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PizzaUp/2: delineare la pizza del futuro

In tre termini abbiamo riassunto un bilancio di PizzaUp, altrettanti sono stati usati da Piero Gabrieli per raccontare i temi di questa ottava edizione.

Calore, digeribilità ed engagement, termine del marketing che possiamo tradurre con “coinvolgimento”, la capacità di stabilire legami forti, di creare comunità.

I primi due focus sono stati sviluppati con gli chef-pizzaioli idealmente richiamati sui banchi di scuola perché «hanno responsabilità enormi, delle quali a volte non sono consapevoli. Noi cerchiamo di diffondere conoscenza», ha spiegato Chiara Quaglia.

E dunque eccoli passare da un seminario tecnico all’altro: il professor Simone Marai della Statale di Milano che parla della trasmissione del calore, Danilo Amigoni (Centro di ricerca di Lallio, Bergamo, fondato dall’azienda di pentole Agnelli) dei materiali per la cottura, Chiara Limbo, pure della Statale, di quelli che possono contaminare gli alimenti.

Concetti a volte ostici, più facili da digerire dopo aver assistito all’approfondimento di Piero Gabrieli dedicato proprio alla digeribilità. La cui conclusione è: la pizza migliore dal punto di vista nutrizionale è quella “a spicchi”, da degustazione.

Perché agevola la porzionatura ad hoc; perché nel topping contiene fibre solubili, come quelle delle verdure, che abbassano l’indice glicemico; perché l’impasto contiene invece fibre insolubili, in primis dalle farine di cereali integrali che, accelerando il transito intestinale, ostacolano la fermentazione.

Poi, la questione “engagement”: vi si sono soffermati Simone Padoan e Andrea Forapani quando hanno delineato dal palco l’abc dello storytelling, ossia l’opportunità/necessità non solo di sfornare un prodotto d’alta qualità, ma di saper spiegare cosa v’è dietro: tanta passione, altrettanta professionalità, uno studio paziente, la selezione di materie prime stagionali e così via.

Quindi tutti a impastare, sotto lo sguardo attento del comitato tecnico che, oltre ai già citati Padoan, Forapani, Gabrieli e Quaglia, comprendeva il grande Corrado Assenza (in foto, a sinistra), lo chef Marco Valletta, la tecnologa alimentare Federica Racinelli e Giulia Miatto, del laboratorio di Molino Quaglia.

Carlo Passera
fonte: 
http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=472


Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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