Non che i “nuovisti” non preparino Margherite e Marinare, però seguono altre vie per arrivare allo stesso traguardo, non alle stessa pizza, stessa a livello di sostanza.
Ricordo diversi anni fa un giornalista che si occupava di sci, mettere una accanto all’altra la foto dei due leggende azzurre, Zeno Colò e Gustav Thoeni, impegnate in una curva di gigante.
Parevano avere movimenti identici, come a voler dire che in oltre vent’anni la tecnica era rimasta fondamentalmente la stessa. Ma così non era, perché in verità erano cambiati completamente (e più di una volta) i gesti (e la velocità) che portavano ognuno di loro a girare attorno a un palo.
E così accade ora con la pizza: sempre un impasto, sempre un lievito, sempre pomodoro e mozzarella, sempre olio extra vergine, sempre origano o basilico, sempre un forno infuocato… ma perché non riusciamo a digerire la stragrande maggioranza delle pizze? Perché tante sono solo un’orgia senza senso di ingredienti buttati sopra a un disco di pane?
Perché tanti non sanno lavorare o lavorano solo per il cassetto, inseguendo il massimo ritorno con il minor investimento possibile.
Quando però mangi una signora pizza senti gli angeli cantare e allora ben venga, anche a Identità Milano 2013, la giornata di Identità di Pizza, lunedì 11 febbraio.
Sette lezioni, tre la mattina e quattro il pomeriggio iniziando da Simone Padoan per proseguire con Franco Pepe, Salvatore e Francesco Salvo, Gianfranco Iervolino (nella foto in versione musicale), Stefano Callegari e Renato Bosco. Per il settimo relatore sono in attesa di una conferma importante.
Non solo: domenica in Auditorium, lezione magistrale di Padoan e Pepe.
Spero con una bella sorpresa.
Redazione Identità Golose
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=377
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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