Adora le rose (nel giardino di casa ne ha oltre 150 varietà), la pesca, la caccia e i tramonti. Anzi, no. Lui ama Tramonti. Con tutto il cuore e con tutta l’anima. Perché a Tramonti - precisamente a Campinola, una delle tredici frazioni che nutrono il comune diffuso, facente parte dei Monti Lattari e della Costiera Amalfitana - lui è nato, è cresciuto e, talvolta, torna.

«Sempre molto volentieri. Tramonti è la mia infanzia e i miei sogni. Ho una casa in campagna, circondata dai vigneti. Quando vado raccolgo, vendemmio, mi trasformo in contadino. Pensare che vent’anni fa creai un menu dedicato ai tredici villaggi. Trasformandoli in pizze», rammenta Carmine. Alla guida, con tutta la famiglia, dell’insegna Nasti dal 1967. Che porta, nel cuore di Bergamo, tutta la vis di quell’intra montes ubertas tatuato a chiare lettere sul bancone d’ingresso.

Non solo. Tramonti a Bergamo è ben presente. Evocata anche da quel contadino e da quella contadina tratteggiati su una parete (dal designer Emanuele Martera), a ricordo di un rurale ballo sull’aia. Condensata nel logo-stemma a tre monti, che ricorre persino nel portaposate. Ricordata nei colori della sala azzurra, come il mare; della sala gialla, come il sole e i limoni; e della sala verde, come la natura e il finocchietto selvatico.

«Che noi mettiamo volutamente anche nell’impasto integrale della pizza. Perché gli dà grinta», precisa Carmine. Non tradendo il pane biscottato (cotto nel forno rivestito da autentiche ceramiche di Vietri sul Mare), che è parente stretto della pizza tramontina.

«Noi lo prepariamo e lo valorizziamo in tanti modi: aggiungendolo agli intingoli di pesce, oppure utilizzandolo in un’insalata ricca di tonno, pomodori, cipolla rossa di Tropea, capperi, olive taggiasche e fiordilatte del Caseificio Preziosa di Seriate. Qui, nella Bergamasca».

Tramonti e Bergamo: il leitmotiv di tutta la produzione targata Nasti. Che può contare anche su Accanto, il dinamico locale che se ne sta (da un anno) al fianco della pizzeria (con corredo di vini, cocktail e Champagne). Sempre col giovane Riccardo alla regia degli impasti. Come quello presentato al congresso, nello stand di Petra: una nuvola realizzata con Petra 0101 HP, Petra 5010 e un po’ di mais spinato di Gandino, in Val Seriana. Giusto per un tocco iper local. Nel mezzo: fiordilatte di Seriate e morbido stracchino all’antica delle Valli Orobiche. Sopra: fette di salame nostrano bergamasco. Insomma, Pà e Salam. Una pizza dedicata a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.


Cristina Viggè
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=615

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