La pizzeria di rue Dancourt 10 che aprirà domani e che entrerà a pieno regime intorno a metà novembre si candida ad essere il nuovo punto di riferimento gourmet di quest’area della città amata dai bobo: da quella categoria di persone di estrazione generalmente borghese, dedita a quella vita di bohème fatta di incontri culturali e di scambi legati alla sfera artistica come studenti, creativi, artisti (il termine deriva dalla contrazione delle parole bourgeois e bohème).
Trentasei posti, una carta dei vini che propone anche champagne, un servizio elegante in un ambiente vintage dove l’attenzione per i particolari è ai massimi livelli. Il menù propone poche pizze: 7 classiche (realizzate con farina macinata a pietra del Molino Quaglia) e 5 gourmet (il cui impasto è preparato con la nuova farina biologica del molino di Vighizzolo d’Este).
La materia prima, a partire dalla farina, è di altissimo livello come testimoniano i pomodori e le mozzarelle che arrivano dalla Campania, ma anche le tante altre eccellenze fresche che Gennaro acquista da Samanta, una giovane padovana trapiantata a Parigi che serve con le primizie italiane altri grandi della cucina tricolore a Parigi: Simone Tondo, Michele Farnesi, Fabrizio Ferrara.
Sì, perché qui si fa squadra e tra grandi ci si intende. Si condividono esperienze, si parla, si assaggia si discute, si provano nuove ricette. In cucina, per i topping delle sue pizze, Gennaro ha voluto invece un altro giovane talento cresciuto in quel di Vico Equense: Marco Dimartino.
Classe 1990, energia da vendere, Marco ha lavorato da Gennarino Esposito, da Antonino Cannavacciuolo, da Davide Scabin, da Alain Ducasse (solo per citare i più importanti) e ora approda al mondo della pizza gourmet, perché ama i lievitati e vuole impararne un po’ di più mettendo a disposizione la sua esperienza in cucina.
Una coppia che s’intende alla perfezione e che è capace di portare in tavola il meglio della tradizione campana (ma non solo). Già perché Gennaro Nasti vuole fare con la pizza napoletana quello che anni fa il veneto Simone Padoan (a cui si ispira) ha proposto con la sua pizza: un piatto gourmet capace di strizzare l’occhio all’alta cucina utilizzando materie prime di altissimo livello e proponendo abbinamenti inusuali (quando iniziò Padoan lo erano) per il mondo della pizza classica.
Ma Parigi è pronta a questo passo? Pare di sì, come conferma il successo dell’altro locale che Gennaro Nasti ha aperto pochi mesi fa a Belleville, nel XXeme.
Popine è un successo: una media di 200 pizze al giorno sfornate in rue Ménilmontant, un’apertura 7/7 con la possibilità nel fine settimana di mangiare anche durante il pomeriggio quando il forno resta sempre acceso.
Qui la carta è più ampia e la proposta con gli impasti biologici non c’è, ma resta intesa l’alta qualità della gamma offerta che piace ai parigini, contenti di scoprire non solo un nuovo modo di intendere la pizza napoletana, ma anche tanti prodotti italiani, come i pomodorini gialli, ai più sconosciuti.
Insomma, per il pizzaiolo di Secondigliano che ha la cucina nel sangue (padre pasticcere, mamma ristoratrice) e che ha girato il mondo lavorando tanto tra Spagna e America, pare che Parigi oggi sia diventata casa.
Da qui partirà nei prossimi giorni per la X edizione di PizzaUp, l’evento dedicato alla pizza italiana, che quest’anno di terrà a Dubai.
Con lui i migliori pizzaioli italiani per parlare del futuro della pizza che è fatto, per Nasti, di condivisione, esperienza e contaminazione.
Sarah Scaparone
fonte: https://kiteinnepal.com/2016/11/04/apre-bijou-la-pizza-di-gennaro-nasti-a-parigi/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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