«La Rosegota è una frolla semplice da realizzare. A base di uova, burro, zucchero e farina. La sua caratteristica? Quella di essere leggermente e piacevolmente salatina.
Il suo nome viene dal verbo dialettale rosegar. Ossia rosicchiare. Anche per via del suo aspetto irregolare. Una torta che invita alla condivisione.
Nelle famiglie si usa posizionarla al centro del tavolo e romperla a pezzi. Infatti non va tagliata, ma spezzata. Deve fare le briciole», spiega Stefano. Alle redini della golosa boutique con la moglie Barbara, la figlia Angela e il figlio Riccardo.
«E proprio Riccardo mi sta dando una gran mano per rivalutare questo dolce povero. Il nostro obiettivo è quello di innalzarlo di livello. Eleggendolo come base per preparazioni più complesse. Per torte più ricercate e sofisticate», continua il maestro. Che svela anche la sua versione preferita, perfetta da replicare a casa.
«In questi giorni ho preso una Rosegota, l’ho imbevuta di caffè e l’ho completata con una crema al mascarpone. Così da creare un tiramisù diverso. Ma lei va bene anche bagnata con uno sciroppo di fragola. Oppure, meglio ancora, con il succo d’ananas. Per poi essere arricchita da una crema pasticciera e rifinita con frutta fresca di stagione». Della serie, quando il brutto anatroccolo sublima a stupendo cigno.
Leggi qui la ricetta della Rosegota con crema pasticcera e frutta fresca>
Cristina Viggè
fonte: https://www.identitagolose.it/news/?id=285
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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