Non sarà di certo l’unica, ma una delle poche sì. Non solo in Puglia, ma lungo l’Italia intera. Qualcosa stava muovendosi già lo scorso anno sul lungomare di Tricase Porto, a metà strada tra Castro e Leuca, però tutto è andato a regime quest’anno. La Taverna del porto, al momento di riaprire dopo i mesi di chiusura per pandemia, ha presentato due novità: con una mano ha tolto la pizza e con l’altra ha aggiunto il vino, solo naturale però.
I fratelli Coppola, Alessandro e Pierluigi, anno d’apertura il 2014, ma tutto davvero pronto solo due anni dopo, hanno chiuso la metà pizzeria che occupava il primo piano, dove adesso si panifica con davanti un incredibile panorama sull’Adriatico, sprecato viene spontaneo scrivere perché a goderne è in pratica solo Riccardo Serafino, il suo forno e i suoi pani. Il problema non erano le pizze, ottime, ma lo scontrino medio che non poteva certo essere milionario: 15 euro.
Non solo: chi prenotava di sopra, tale la bellezza esterna, non si schiodava e i tavoli giravano forzatamente poco. Un disastro economico, accentuato dai guai legati alla pandemia.
Tutt’altra musica al pieno terra e sul lungo mare. I Coppola, prima di essere una famiglia di ristoratori, ma non di cuochi, sono stati a lungo una famiglia di pescatori e tuttora commerciano pesce. Questo spiega la bellezza di quanto messo in prima piano sul bancone antistante la cucina, anche se quest’anno non è stato facile reperire alcune tipologie di pesce. Ha detto bene Alessandro: «Visto che a lungo non si è lavorato e tenuto conto che il mare non gode da tempo di buona salute, forse era il caso di studiare un fermo pesca più lungo e più serio». Sia come sia, lo scontrino medio, scendendo di un piano, passava da 15 a 75 euro e con il servizio che inizia alle 19.30, i tavoli girano ben più facilmente.
E ora la novità: la Taverna del porto presenta una carta dei vini che ha pochi eguali in tutta Italia. E non perché annovera duecento referenze, come numero in sé certo non uno sproposito, ma che diventano una enormità se pensiamo che abbiamo a che fare con Vini fatti a mano, naturali, biodinamici e piccoli produttori, elencati in tredici pagine. Nella penultima una ventina scarsa di proposte del “territorio e oltre”, che bio non sono ma che sono da sempre vicini ai Coppola, che non se lo scordano. Nell’ultimissima, bevande, birre artigianali e miscelati perché un Negroni non lo si nega a nessuno.
Artefice di tutto questo è Roberto Rizzo, classe 1982, salentino di Lecce, un lungo girare, coordinare e stappare a Milano tra insegne pesanti come il Trussardi di Andrea Berton e il Gold di Dolce e Gabbana, per rientrare in Puglia una volta scoppiata la pandemia.
Sceso senza una chiara idea su cosa impegnarsi, ha incrociato i Coppola nel giugno 2020 per dividersi tra sala e cantina fino all’idea che oggi tanti applaudono: perché non investire sui vini naturali? Sono sempre meno un capriccio, una tendenza modaiola. Lì alla taverna vengono considerati un lusso accessibile, i clienti lo capiscono e assecondano la scelta. Per la proprietà un ottimo investimento perché non si è obbligati a consumare a tavola. C’è chi si fa preparare un cartone tutto per sé e se lo porta via. E per Rizzo è anche una sfida a non farsi trovare scoperto se qualcuno chiede qualcosa di particolarmente importante e raro.
Abbiamo cosè le Bollicine metodo classico, i Rifermentati, i Macerati, i Vinificati in bianco, di casa nostra e a anche da fuori Italia, i Vinificati in rosato e quelli in rosso fino a Champagne e Cremant. Quanto alla voce cibo, un trionfo di fritti, di antipasti e di primi, di pescato preparato a nostro piacimento fino ai crudi. Se posso esprimere un desiderio penso sia tempo che la cucina issi un nuovo piatto bandiera, un secondo. Le Linguine aglio, olio, peperoncino e mare sono una certezza, non più una novità.
Paolo Marchi
fonte: https://www.identitagolose.it/sito/it/40/28718/affari-di-gola-di-paolo-marchi/alla-taverna-del-porto-solo-vini-naturali.html
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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