Radici calabre, cuoco e in seguito anche pizzaiolo, a Canonica Lambro, frazione di Triuggio in Brianza. Era il nomignolo di Filippo, patron a fino metà del secolo scorso. Piccolo di statura, veniva chiamato Filippin ma in dialetto, troncato e accorciato, presto venne fuori Lipen.
Chissà come poi. Ma suonava bene e, in ogni modo, non importa più. Lui vendette a papà Scaglione. Era il 1964, nel '92 tutto passa al figlio, prima cuoco e nel tempo anche pizzaiolo.
Oggi Corrado ha superato i 50 anni e può contare su due aiuti di valore. Giorgio Parentella è sous-chef in cucina, Luca Maggioni lo è alle pizze.
Il suo cruccio è di avere messo piede da sbarbato nelle cucine della Pinchiorri a Firenze ma di esserne uscito presto. Una stella mancata? Forse sì, forse no. Non lo sapremo mai. Sappiamo invece che lì in Brianza la pizza è una cosa seria, in movimento tra tradizione e ricerca.
Digeribilità a parte, la qualità più evidente delle pizze Lipen è la loro golosità. La Marinara, per me La Pizza, è un trionfo di pomodoro, aglio rosso di Nubia, origano e basilico.
Poi la forza della Calabrese al salame piccante e la grande tecnica e intelligenza della Stella, letteralmente a forma di stella a 8 punte con le estremità farcite con ricotta, e la potenza della Sensazioni, aperta o a calzone, decide il cliente.
E' il pizza bandiera di Scaglione: bufala dop, lardi d'Arnad, cipolle di Tropea fritte, aneto, pomodorini del piennolo, olio extravergine.
Paolo Marchi (dalla Guida Identità Golose 2017)
fonte: http://www.identitagolose.it/news/view.php?id=56
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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