Ma in termini di qualità, qual è la situazione della pizza in Francia? E perché è così diffusa, al punto da battere il Belpaese in termini di quantità?
Il documentario La Très Très Bonne Pizza, firmato François-Régis Gaudry e Anthony Da Silva, con la regia di Frédéric Planchenault, uscito sul canale televisivo Paris Première lo scorso giugno, racconta un interessante viaggio tra gusto e cultura, alla ricerca della miglior pizza di Francia.
Gaudry, critico gastronomico per l’Express e conduttore dell’emissione TrèsTrèsBon, insieme all’épicière Alessandra Pierini (RAP Épicerie), portavoce della cultura gastronomica italiana a Parigi, e allo chef francese Alain Cirelli, proprietario de Le Purgatoire, luogo di eventi tra gastronomia e arte, ha girato tutta la Francia e testato oltre trecento pizzerie per stilare la classifica delle più buone pizze francesi.
Inaspettatamente, la vincitrice si trova in un’anonima zona industriale a circa un’ora da Parigi dove, tra un discount e un fast-food, Emmanuel Cottet, ex addetto al controllo di gestione convertitosi al mestiere da pochi anni, formatosi in cucina alla scuola di Ducasse e sulla pizza con Renato Bosco, sorprende a L'Atelier Pizza con i suoi dischi dall’impasto straordinariamente leggero e conditi con materie prime eccellenti.
La Très Très Bonne Pizza non mostra semplicemente una competizione tra pizzerie: si tratta di un reportage approfondito sulla cultura della pizza in Francia, dal suo approdo alla fine degli anni Quaranta ad oggi.
E a questo proposito, vale certo la pena ricordare il gran lavoro portato avanti in questi ultimi anni da Gennaro Nasti (pizzeria Bijou a Parigi): un'opera quasi pionieristica nell’attualizzazione della pizza napoletana nella capitale francese.
Ilaria Brunetti
fonte: http://www.identitagolose.it/news/view.php?id=101
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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