Mai aperta a pranzo, e chiusa pranzo e cena lunedì e martedì, è un gioiellino goloso che avrei voluto scoprire ben prima di questo mese di novembre 2018, anche se meglio poi che mai.
Quello che io intendo per una bella storia, a iniziare dal nome. Balobino per fare l’eco a una fortunata trasmissione di fine anni Novanta di Radio Deejay. I curatori infatti continuavano a parlare del Balubino (con la u), un ristorante di fantasia che presto sarebbe diventato un tormentone in casa Quaglia al punto che quando i cinque decisero di aprire un posto tutto loro lo chiamarono Balobino (con la o). Suona bene, è simpatico, bene così.
E non finisce qui. Papà Pietro ha sempre lavorato con le farine e dove oggi c’è la Balobino anni fa gestiva una pizzeria, poi data in conduzione per tre decenni. Nel 2011 irrompe l’ultima generazione, la cascina torna tra i beni di famiglia e tutto cambia, in meglio.
Poi ecco a trecento metri una bottega del pane e nel comune di Lendinara, poco distante, un’insegna di pizze, panini e lievitati, il Mama, inaugurato nel 2006.
I nomi del pokerissimo: Sandro, 44 anni, primogenito, quindi Massimo, Davide, Sandra, la sola che segue tutt’altro sentiero, e Maura, più vicina ai trenta che ai vent’anni.
Spigolature: Massimo segue il panificio, Davide la pizzeria, Sandro e Maura la trattoria. Sempre Maura, dalla sala, la prima vocazione, si sta spostando sempre più in cucina. Due ambienti e tanta vera atmosfera e quella Vespa appartenuta al babbo messa al riparo in un sottoscala così come una Lambretta se ne sta in cantina.
Tanto calore umano, in fondo ben più importante di quello del fuoco acceso in un bel camino nella sala rialzata. Delle due, questa è quella che si identifica con la osteria, quella più in basso accoglie l’enoteca e una straordinaria, commovente offerta di formaggi, salumi e pani, una bancone delle meraviglie che puoi ammirare anche da sopra, attraverso una larga apertura in un muro.
Incredibilmente mi sono limitato ai piatti caldi: Oca bollita con cren e mela renetta, Tortelli di anatra con brodo ristretto aromatizzato alla castagna, Faraona arrosto, Gelato di ricotta e fichi caramellati, Sbrisolona e, infine, Patata dolce americana al forno. Formaggi e salumi a parte, sui quali i fratelloni hanno puntato da subito per passione e per distinguersi, chi va a cena da loro lo fa per l’oca, proposta in tutti i modi. Puoi così capire che non è seconda al maiale e davvero non si scarta nulla. Basta l’inizio con un assaggio di oca bollita per capirlo.
La sera della mia visita, prima domenica di novembre, arrivare lì è stato come fare un pieno di serenità mentale. Avrei voluto non finisse presto e far mattina. Sarà per un’altra occasione".
Paolo Marchi
fonte: https://www.identitagolose.it/sito/it/14/20934/cibi-divini/balobino-la-bella-storia-di-5-fratelli.html?p=0
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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