Dopo due primi posti in solitario, la cerimonia al Teatro Mercadante a Napoli ha avuto un epilogo sorprendente: dopo la conferma del terzo posto di Ciro Salvo e di 50 Kalò a Napoli, nessuno si è piazzato secondo.
Sullo schermo è apparsa una immagine vuota, bianca. Lo sconcerto tra i 500 presenti è durato un attimo perché subito Luciano Pignataro, uno dei tre curatori assieme con Barbara Guerra e Albert Sapere, ha spiegato l’arcano:
«Non c’è un secondo classificato perché abbiamo due insegne prime a pari merito: Pepe in grani e i Masianelli». Ovvero sia Franco Pepe e Francesco Martucci, casertano di Caserta e non della provincia.
I due, già sul palco al pari di Ciro Salvo e di tutti i vincitori delle graduatorie continentali, hanno avuto reazioni diverse. Martucci è esploso di legittima gioia come avesse segnato un gol in una finale mondiale. Pepe, abbonato ai primi posti, lui il piazzaiolo che tutto il mondo rispetta e ama, aveva il volto triste del ciclista raggiunto in volata nell’ultimo metro. Si sono stretti la mano e abbracciati perché tra professionisti si fa così, quando si è in pubblico, ma era evidente che non fosse soddisfatto.
Io stesso capisco i pari merito quando c’è un cronometro o un meccanismo di punti che prescinda dai giudici, meno quando si tratta di scegliere tra due persone. In tal caso la giuria dovrebbe essere in grado di esprimere un giudizio che separi i concorrenti, trovare un niente che giustifichi il primo posto di uno e il secondo dell’altro. Agli Oscar di Hollywood “the winner is…”, mai “the winners are…”.
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Paolo Marchi
fonte: https://www.identitagolose.it/news/?id=202
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