Scorrendo una time line ideale da sinistra a destra, abbiamo il Gazometro, il Ponte di Ferro sul Tevere e quelli che in quegli anni erano molini ad acqua. Un palazzo che ricorda una Berlino anni ’80, oggi ristrutturato e restituito al fascino che gli appartiene e che a Roma, in una zona popolare, sembra quasi fuori contesto. Uno stabile unico nel suo genere alla cui base, circa sette metri sotto il livello dei clacson e dello smog, sono nati dei locali capaci di accogliere in un contesto davvero piacevole e quasi pedonale.
SPIAZZO
Una di queste realtà è Spiazzo, una pizzeria con i soffitti a volta altissimi e raccolta negli ambienti che una volta facevano da granaio al molino. Luminosa, spaziosa e informale, Spiazzo da due anni ha aperto i battenti a quella voglia di mangiarsi una pizza godendosi la serata. L’offerta è varia e tra quelli che sono considerati come gli antipasti della pizza,spiccano dei fritti equilibrati e ben fatti, come il Lingotto di parmigiana di melanzane (€ 3,50) e il supplì broccoli e salsiccia (€ 3,00).
LA PIZZA
La pizza ha un impasto compatto, più simile alla pizza romana classica che agli stili intermedi o più estremi di quella napoletana. La sua massima espressione, quella davvero che per me fa la differenza, l’impasto la trova nel “Ruoto”. Secondo la tradizione napoletana, il ruoto è una teglia tonda e spessa nella quale la pizza viene cotta a temperature più basse di quella al mattone. Il risultato è soffice e umido all’interno, croccante e unto al punto giusto all’esterno.
Il menu prevede due offerte di stile, Classiche e Spiazzanti, per entrambe le tipologie di cottura. I topping tendono piacevolmente al gastronomico, richiamando l’attenzione a un’attenta selezione di materie prime e a una chiara scommessa sugli equilibri che li governano nell’insieme scelto.
IL MENU
Margherita (€ 7,50) anche in versione con Bufala (€ 9,50) e Affumicata (€ 9,50), Scarola e alici (€ 10,00), Boscaiola (€ 9,50), Fiore di zucca e alici (€ 10,00), queste alcune delle Classiche, con varianti nel Ruoto come Patate e pancetta (€ 9,50) o Cotto affumicato e burrata (€ 11,00).
Tra le Spiazzanti classiche invece troviamo Zucca, tartufo e Castelmagno di Alpeggio (€ 13,00), oppure Speck, patate e tartufo (€ 13,00), ma anche Carciofi e guanciale di Mangalica (€ 13,50);
mentre tra le Spiazzanti nel Ruoto spiccano una Gambero rosso e lardo di Patanegra (€ 15,00), la San Daniele, Provolone del Monaco e porcini (€ 14,00). Io personalmente ho scommesso su una Napoli 2.0 al Ruoto (€12,00) che, presentandosi con lo stile un po’ trash tipico degli States, nella sua semplicità composta da pomodoro, burrata, pomodori infornati, emulsione di acciughe e basilico, mi ha davvero colpito per equilibrio e pienezza del gusto.
L’ultima chicca, terminate le due IPA artigianali spillate bene, è stato il dolce. Fatto in casa. Una sfera di cioccolato finissimo e leggermente pralinato, poggiata su una terra di cioccolato bianco bruciato, con all’interno una crema inglese al passion fruit (€ 7,00). Fresco, potente e capace di lasciarti la bocca tanto dolce da subito, quanto pulita alla fine.
Una cornice unica quella di Spiazzo, un locale che di suo riesce a farle da piacevole contenuto. Accogliente, gradevole, informale e con un’offerta divertente che trova nei fritti, ma soprattutto nelle pizze cotte nel Ruoto, la vera marcia in più che fa la differenza.
Andrea Febo
fonte: http://www.radio-food.it/index.php/2018/12/27/spiazzo-la-pizza-al-ruoto-che-fa-la-differenza/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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