...ma avendo avuto la fortuna di trascorrere una splendida serata ai Tigli di Simone Padoan possiamo affermare con piacere che la sua “pizza” (mettiamola tra virgolette…)…è un’alta cosa. E ci ha conquistate. Dal primo all’ultimo assaggio. Anzi: ci ha conquistate prima ancora di sederci a tavola.
Infatti, entrando nel locale, completamente ristrutturato da pochissimo, si viene accolti da una splendida cucina a vista: vedere all’opera lo chef e la sua brigata di cucina è un vero e proprio spettacolo, quasi una danza, sottolineata dalle luci, dai movimenti, dal lavoro di squadra calibrato con precisione svizzera: chi rifinisce una focaccia, chi taglia, chi completa una pizza con un pomodorino, chi aggiunge un giro di olio. Che bellezza!
E lo spettacolo prosegue a tavola: la nostra esperienza ai Tigli comincia con un tris di assaggi delizioso (focaccia cotta a vapore con burrata e pomodoro, pane fatto in casa con lardo di Colonnata, pizza romana con prosciutto cotto e ricotta di bufala) dal quale intuiamo che la serata promette piuttosto bene.
Simone per i suoi impasti utilizza farine macinate a pietra, opta per la lievitazione naturale, usa il lievito madre.
“Le nostre pizze diventano un percorso di sapori e vengono servite una alla volta. Lievitazioni e consistenze differenti con un unico obiettivo: emozionarvi”.
Niente di più vero. Il nostro percorso prosegue con una pizza con passata di pomodori datterini e mozzarella di bufala campana: un super classico nella scelta degli ingredienti ma una sorpresa per il palato, per via dell’ottima qualità delle materie prime e per la consistenza e la bontà della pasta, che sa proprio di… grano, è piuttosto consistente e altina (si vede e si sente che la lievitazione è lunga e naturale), è digeribile e davvero leggera.
Arriva in tavola una sorprendente pizza con mazzancolle, trombette nere, maionese al bergamotto e chips di prosciutto crudo: ecco, qui si capisce che siamo di fronte a ingredienti e accostamenti da altissima ristorazione.
Una sorpresa piacevolissima per l’occhio e per il palato: impossibile definirla una… “pizza”. L’abbiamo gustata con una birra BaladinIsaac, davvero deliziosa, con un buon sapore di miele, fatta con luppolo, coriandolo, scorza d’arancia di Sicilia: al Salone del Gusto di Torino abbiamo conosciuto i produttori di questa birra, rigorosamente made in Piemonte, e siamo entrate in un mondo magico (e per noi neofite di questo “campo”… tutto da scoprire).
È stata poi la volta della pizza con piovra e carciofi, seguita da un’inedita pizza con tartare di manzo, guanciale, spinacino e senape: un mix esaltante che ci ha fatto esclamare…wow! Dulcis in fundo, ecco arrivare una pizza con lombatina di coniglio e caponatina di verdure. Insomma: sapori e accostamenti da chef, su una base di qualità assoluta.
Un’esperienza e un percorso del gusto per noi nuovo, assolutamente da provare. Non per niente il locale si è guadagnato ben “tre spicchi” dalla guida Gambero Rosso 2013 (ma le pizze “gourmet” dei Tigli, a onor del vero, sono premiate da nove anni consecutivi…fin dal 2004).
Tre spicchi. Proprio il tre, curiosamente, è il numero che caratterizza il locale, come ci ha spiegato Simone:
“Questo è il terzo cambiamento ma anche la terza fase: dopo quella iniziale è arrivato il momento del cambiamento nella direzione delle pizze ‘gastronomiche’ e, adesso, quella del rinnovamento”.
Ma tre sono anche i materiali che contraddistinguono il restyling del locale: la pietra (che ricorda la macinazione della farina, che caratterizza i tavoli e le panche), il tessuto (ovvero la tela con la quale viene avvolto l’impasto) e il legno (la tavola dove si lavora l’impasto).
Ma il tre torna anche nel menu, diviso appunto in tre parti: “All’inizio” (pizze tradizionali), “Semplicemente” (pizze semplici, basate su due ingredienti principali) e “I Tigli oggi” (abbinamenti ricercati, degustazione più complessa, dove più elementi concorrono all’equilibrio della proposta). Evviva il tre, non c’è altro da aggiungere".
Redazione L'Albero della Carambola
fonte: http://www.lalberodellacarambola.com/simone-padoan-e-larte-della-pizza-gourmet/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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