Se ne sono ricavati anche 7 episodi più corti, quante sono le squadre in cui sono suddivisi i 58 e le diverse pizze che ogni team ha preparato per aggiudicarsi il titolo di Pizza Italia 2015 (ha vinto un impasto di farina Petra 1 e lievito madre sormontato da sgombro sott’olio, patate, cavolo nero, timo secco, origano, basilico, più il tocco amarognolo delle olive nere).
Saranno sul sito di Molino Quaglia a partire da inizio dicembre, mentre 7 ricette di altrettanti relatori finiranno sul portale Rcs, nella sezione del settimanale Oggi: la prima, quella firmata da Renato Bosco, è già online e ha avuto una valanga di contatti.
«Niente effetti speciali, niente set di ripresa preconfezionati, nessun divo, niente spettacolo fine a se stesso. Solo la naturale bontà degli ingredienti e la mano dei pizzaioli mossa da un’arte che è insieme abilità, conoscenza e passione per la buona tavola», per dirla con Gabrieli.
Francesca Barberini invece spiega come si sono svolte le riprese: «Abbiamo raccontato le varie fasi, dalla scelta degli ingredienti, all’impasto e così via, per finire con un approfondimento pratico. Obiettivo: far capire come si riconosce una pizza d’autore».
Esercizio non semplicissimo: «Bisogna valutare vari aspetti: il gusto, la sensazione tattile... Ma fin da subito ci si può fidare dell’aspetto visivo: se la pizza risulta troppo molle e bagnata, o all’inverso asciutta, non è di qualità».
Ottima l’esperienza coi pizzaioli: «Ho conosciuto persone che hanno grande voglia di impegnarsi e hanno mostrato apertura mentale. La cosa che mi ha soddisfatto di più? L’essere riuscita a far parlare tutti, anche quelli che sulle prime non ne volevano sapere».
E l’aspetto più sorprendente? «Vengo da una famiglia che ha sempre prodotto olio. Per me l’olio buono era quello lì: solo pochi anni fa, quando ho iniziato a studiarlo professionalmente, ho capito che avevamo ancora tanta strada da fare. Ecco, con la pizza è la stessa cosa: siamo abituati a mangiarne di pessima, a PizzaUp ho capito come si ottiene un prodotto di qualità. Una volta che lo si assaggia, si torna più indietro».
Carlo Passera
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=472
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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