Lo si potrebbe definire il gigante buono: ha lo sguardo intenso e la faccia da duro che poi esplode in un sorriso bonario inaspettato e mani grandi di chi ha impastato il pane da quando è nato.
Fabio Nazzari, classe 1985, di strada ne ha fatta da quando, bambino si infarinava, giocherellando nel laboratorio di famiglia, creato dal bisnonno nel 1913. Nel 2012 rileva il laboratorio e lo trasforma in una boutique di prestigio, Nazzari Patisserie Chocolaterie, nella piazza centrale di Iseo, dove, se ti scorgi e fai attenzione, puoi osservare il lago. Un tripudio di legno marino e colori dove la linea architettonica, di ispirazione Nord Europea, è minimale e accogliente e dove i protagonisti restano, indiscussi, i prodotti.
La forza e il carisma, Nazzari li deve tutti al DNA, non c’è dubbio, ma la sua propensione verso la scoperta, la sua fanciullesca curiosità e l’impervia istintività, lo hanno portato a raffinare la tradizione, imprimendo un marchio d’eccellenza alle sue creazioni. Ha studiato con i migliori: Iginio Massari, Chef Vittorio Fusari (una stella Michelin) con il quale ha approfondito la Pasticceria da ristorazione, e poi New York per migliorare il cake design e l’Olanda per sperimentare con il cioccolato, una sosta da Alain Ducasse per raffinare il suo tocco…insomma tanta strada prima di tornare ad Iseo.
Macarones al caramello salato, Sacher e praline:
se tutto il suo percorso dovesse riassumersi in tre prodotti sarebbero questi a tracciare i temi su cui la professionalità di Nazzari si sta consolidando. Il caramello salato narra della sua costante ricerca esotica e della sua propensione ad accostare sapori grevi e intensi; la Scaher rappresenta la sua devozione alla tradizione e al rispetto della classicità; le praline – gioielli peccaminosi-, infine, raccontano dell’universo parallelo dove Fabio ritrova se stesso bambino, dove finalmente può giocare, sperimentare, sporcare e divertirsi con la materia prima che più lo affascina. Perché per scoprire Fabio non è sufficiente un’intervista, la sua indole introversa e analitica si trasforma in istrionica propulsione quando parla delle sue creazioni e quando insegna ma è analizzando caparbiamente il suo operato che si impara a decifrarlo.
Per conoscerlo veramente, e questo vale per tutti gli artisti, sono le sue opere a dover parlare per lui. E in questo passaggio evocativo di dati, il mondo digital ha dato il suo inequivocabile contributo.
Per scriverne e per descrivere il food, l’assaggio ancora riserva il posto d’onore nella scala elitaria della conoscenza di un prodotto e di un marchio ma il digital ha spinto in avanti questo concetto: nel mondo del voyerismo poter osservare i processi creativi di un Maestro si trasforma nel primo, doveroso, momento di studio.
Il mondo social quindi, ormai purtroppo antesignano dell’assaggio o degustazione e della conseguente analisi critica, ha premiato Nazzari che, attraverso foto e comunicazione mirate, ha saputo fare delle sue creazioni anche opere da “scrollare” oltre che da assaggiare.
In realtà la crudezza e la crudeltà di questo nuovo universo sono lo specchio di una nuova società imperante che, d’accordo o meno, si nutre spiando e osservando: Fabio sa, spontaneamente, come raccontare se stesso attraverso le immagini e questo suo sapere è direttamente proporzionale ad un’altra conoscenza, molto meno casuale, che è l’arte della Pasticceria.
Insomma la mano di un’artista la riconosci…il social non si fa imbrogliare da luci ad effetto e grandangolo. E questo è il bene -per certuni il male- che il digital apporta alla divulgazione: non si può mentire. Anche il digital richiede costanza, imperitura pazienza, senso pratico e organizzazione…e se di base non hai nulla da raccontare, vieni inglobato senza emergere.
Nazzari invece è stato premiato come Miglior giovane pasticcere digital durante l’evento I Maestri Panettoni, a dimostrazione del fatto che la sua storia appassiona, coinvolge, esalta. 30 mila follower…e al centro di ogni foto, solo e soltanto il suo operato, le sue creazioni: nulla del circense egocentrismo di alcuni altri grandi del digital. Oggi insegna alla Pasticceria Professionale presso Nolab Academy, dove fa i conti proprio con la convinzione di molti studenti che basti una bella foto a vendere un prodotto mediocre.
Riporta così gli studenti alla realtà della tradizione, del fare, del creare con vigore e fierezza per poi catapultarli nella realtà del mondo lavorativo, nelle sue difficoltà quotidiane, nell’organizzazione e nella praticità: valori necessari in questo antico mestiere. Solo allora, solo dopo, arriva il digital.
Perché le basi devono tornare ad essere la guida verso l’eccellenza, corrispondere al reale “saper fare” altrimenti sarebbe come creare una pralina senza saper temperare il cioccolato…o, peggio, senza vivere quella magica atmosfera in cui il cioccolato ti catapulta quando lo lavori. Un po’ come scrivere un articolo senza conoscerne il soggetto…
Daniela Ficetola
fonte: https://www.nerospinto.it/pasticceria-digital-innovazione-d-autore-fabio-nazzari
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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