(innovare, interpretare, destrutturare, sifonare, scomporre, sferificare, insomma niente, giù le mani), con buona pace delle nuove pizzerie gourmet, si può osare di più: la pizza è solo Margherita, al massimo Marinara.

A costo di sembrare fondamentalisti e presuntuosi; ma confortati dall’esempio di certe pizzerie napoletane dove si fanno solo questi due tipi di pizza. Partendo da qui, si arriva dritti alla conclusione che una pizzeria può avere in lista solo due pizze.

La smentita arriva da Lievità, che da quasi un anno compie una silenziosa opera di rieducazione del gusto milanese per la pizza.

I titolari sono giovani, tre originari del Casertano e due milanesi. L’ambiente è piccolo. E la gente mormora; anzi, mugola: di piacere, a ogni boccone. Perché le pizze sono una autentica bontà, tra le più vicine alla Pizza Ideale che ogni innamorato di Napoli sogna quando è altrove.

Che cosa c’è di strano? Che in lista ha nove pizze, tutte Margherite. Grande trovata del pizzaiolo Giorgio Caruso: cambiare non gli ingredienti in sé, ma le loro varietà. Il pomodoro può essere San Marzano, del piennolo, giallo, San Gennaro, Kumato eccetera; cotti o messi a crudo; e la mozzarella è bufala o fiordilatte.

Così alla fine le varianti sono tante, ma si tratta sempre di una sola cosa, la deliziosa, fragrante, insuperabile Margherita. Fatta con lievito e farina sceltissimi. Forno caldissimo. E le mani esperte di un bravo pizzaiolo.

In realtà, ci sono altre nove pizze gourmet con ingredienti diversi (e ce ne sono sempre di nuove), ma l’importante sono le Margherite. Da provare. All’antipasto, fritturine o piatti freddi.

Menzione speciale: il locale è insonorizzato! Non si può prenotare, ebbè, ci si adegua.


Mariella Tanzarella
fonte: http://www.repubblica.it/sapori/2016/11/01/news/lombardia_milano_recensione_pizzeria_lievita_margherita-151085934/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)