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RASSEGNA STAMPA WEB
come e dove Petra arriva in tavola
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La forza dei sensi

Alimentazione sana, ingredienti di pregio, ritorno all’agricoltura, farine da grano integrale e ricche di fibre, digeribilità, ricerca dell’origine italiana: temi noti che di recente interessano diffusamente anche il mondo della pizzeria italiana.

Con il progetto Università della Pizza (lanciato da Molino Quaglia nel 2006) abbiamo iniziato a parlarne fin dagli inizi, perché ritenevamo, e riteniamo tuttora, che l’anello di congiunzione tra artigiani di valore e consumatori alla ricerca di una ristorazione di qualità fosse proprio la conoscenza degli ingredienti e delle tecniche per scegliere e servire sempre e solo il meglio.

Questa considerazione, per quanto scontata, assume un significato particolare in stili di vita orientati alla comunicazione digitale e alla fruizione di sempre più servizi erogati attraverso internet.

Più crescono le occasioni di vita digitale, più aumenta l'attrattiva per i momenti di coinvolgimento sensoriale al di fuori della rete, che, diversamente dalle prime, fanno vivere esperienze più concrete.

E’ questo il caso anche della pizza e dell’esperienza di consumo in pizzeria, e della cucina più in generale. Cresce nei consumatori il desiderio di saperne di più su ingredienti, tecniche di lavorazione e risvolti nutrizionali, aumenta la sete di informazioni su questo o quel locale e la meta gastronomica condiziona gli itinerari turistici come non mai.

L’unicità della cucina rispetto ad altri settori di attività, anche artigianali, è proprio in questo: scegliamo e consumiamo il prodotto alimentare fuori dalla rete utilizzando tutti i nostri sensi.

Il giudizio sulla qualità nasce da esperienze concrete e poi genera flussi di informazioni che condizioneranno le scelte di chi userà poi la rete per decidere dove andare a mangiare.

In questo mare di passaparola si innestano però le informazioni che provengono da critici, esperti, istituzioni, media di vario genere, che spostano di volta in volta l’attenzione su fenomeni positivi o negativi osservati nel mondo della ristorazione.

A volte si mettono in evidenza esempi di valore, altre casi di malcostume o di disattenzione verso la qualità di ciò che finisce nel piatto.

Ma stimola di più la diffusione di un’alimentazione buona e sana una comunicazione fondata sulla paura (dei danni di una cattiva alimentazione) o sull’evidenza dei casi virtuosi ?

E’ la domanda che porremo ai giornalisti che parteciperanno alla tavola rotonda sul tema mercoledì 5 novembre in chiusura dell’ottava edizione di PizzaUp  (nella foto, i giornalisti Eleonora Cozzella e Paolo Marchi lanciano il dibattito).

Piero Gabrieli
fonte: 
http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=468

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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