La vittoria schiacciante dei cristiani – coalizzati nella Lega Santa nella quale confluirono le forze di Venezia, della Spagna, del Papato, di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, di Urbino, di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova – mutò a tal punto gli equilibri nel Mediterraneo che l’impero ottomano, perdente, preferì limitarsi da quel momento in poi a scorribande e atti di pirateria. Da qui la nascita della fortezza. Fu progettata da Camillo Camilliani e realizzata dall’ingegnere acese Vincenzo Geremia – detto Porcellana – tra il 1592 e il 1616. Il tocco del cannone era quello che avvisava la popolazione dell’approssimarsi dei nemici.
Il luogo
La pizzeria si trova in quello che è da considerarsi il punto panoramico più bello della riviera jonica e forse d’Italia, all’interno della zona B della Riserva Naturale Orientata della Timpa.
L’ambiente principale è costituito da una baita in legno immersa in una pineta. Al centro della sala un pino marittimo secolare, perfettamente integrato nella struttura (due all’interno delle sale); attorno, terrazze e terrazzamenti su vari livelli che guardano, dall’alto, sul mare e sulla costa.
Non ricordiamo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, di aver visto una pizzeria con un panorama più affascinante, dentro e fuori:
l’ospite è pervaso dal verde e dall’azzurro del mare, le balaustre in vetro permettono di vedere lontano anche dal centro della sala; mentre le terrazze ai due livelli inferiori sono totalmente immerse nel giardino e all’aria aperta. La sensazione di relax è totale.
I protagonisti
L’attività nasce da una idea di Cristiano Vitale e Massimo Sofia nel 1997. Proprio Cristiano, allora ventisettenne, non del tutto gratificato dagli studi in Economia e da un avviato lavoro da commercialista, viene folgorato dal fascino di un appezzamento di terra sulla Timpa con frutteti e uliveto.
Una casupola di 80 mq. costituisce il primo spazio di lavoro di quella che sarà la pizzeria di oggi. Forse per la scelta del menù, con tatti prodotti freschi di alta qualità, soprattutto usati a freddo in uscita dal forno (ad esempio la mozzarella di bufala campana), forse per i nomi originali delle pizze, forse per le vedute panoramiche, l’attività ha avuto uno sfavillante inizio. E siccome le cose non sono mai semplici come appaiono, ecco un dettaglio non da poco: la passione per la neve.
Cristiano vive per quattro mesi l’anno una vita parallela: tra le Alpi francesi, è istruttore di sci a Courchevel e Les Trois Vallées. Meta di prestigio, Le Tre Valli sono un comprensorio sciistico unico, il magazine statunitense Esquire l’ha definito “il non plus ultra delle località sciistiche. Il motivo? La cucina, il buon bere e le tante opportunità per l’aprés-ski”. Tutto magicamente ritorna. Non sfugga, lo ripetiamo, che la sala principale del locale è dal 2011 una “baita” in legno che ben starebbe su una pista a duemila metri di altitudine.
Sul bianco fronte delle farine unito a quello incandescente dei forni, invece, l’uomo chiave è Sebastiano Manna. La sua attività non si limita al solo al Tocco, il suo contributo è esteso ad altre attività della stessa società, il ristorante/pizzeria Acquadelferro e il boutique hotel Santa Caterina.
Impasti e materie prime
Due gli impasti, prevalentemente ottenuti da farine di Mulino Quaglia, biologiche: la prima è una “Petra 3”; la seconda è un impasto speciale ottenuto da una miscela di farina “Petra 9” al 70% e “Petra Evolutiva” al 30%. Quest’ultima è una chicca, un miscuglio di semi coltivati in Sicilia e composti da oltre 2.000 varietà provenienti, oltre che dalla stessa Sicilia, da Algeria, Giordania, Iran ed Eritrea. Tutti questi semi di frumento, che sono già una unicità nell’ambito di un ambizioso progetto di biodiversità, hanno manifestato capacità spiccate di ambientamento sull’isola e danno luogo a impasti gustosi sempre diversi.
Le pizze
Il nuovo menù prevede le pizze “Consigliate” una selezione tra le migliori di sempre, le “Bianche” e le “Rosse”.
La preferita in assoluto è la “Sicilia ad ogni morso”, con pomodoro, ciliegino infornato, stracciatella di burrata, pesto di finocchietto selvatico fatto in casa e basilico. Oltre questa, la Scecca di Don Pippo, con mozzarella di bufala campana DOP, speck, rucola, scaglie di Grana Padano DOP e pomodoro ciliegino a crudo; la Yogjakarta, con mozzarella fior di latte, crema di zucchine, prosciutto crudo di Parma DOP e ciliegino infornato e patate al forno;
o la vegetariana Timpa, preparata con un panetto di farina speciale, mozzarella fior di latte, funghi porcini, porri, fiori di zucca e ciliegino a crudo.
Tra le bianche, la Dal Vesuvio all’Etna, con mozzarella fior di latte, cime di rapa, salsiccia e scaglie di piacentino ennese DOP; e Dall’Emilia alla Sicilia, con mozzarella fior di latte, mortadella Levoni Oro e granella di pistacchio.
Tra le rosse, la Fiori di zucca, con mozzarella fior di latte, formaggio morbido al pepe verde, fiori di zucca e ciliegino infornato; la Favignana, con mozzarella fior di latte, pomodoro ciliegino fuori forno, filetti di tonno e origano; e la Diavolissima, con mozzarella fiordilatte, cipolla rossa, pomodoro ciliegino confit, salame piccante e peperoncino fresco.
Il Romano
fonte: https://www.pizzaeprotagonisti.it/il-tocco-una-inespugnabile-roccaforte-della-pizza-acese/blog-2/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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