Be', Stefano Callegari – famoso per le sue pizze “creative” e spesso eccessive, ma sempre buonissime - ha pensato di replicarne una versione molto particolare con la sua “pizza di Natale 24,25,26,31 e 1” che trovate in questi giorni sia da Tonda sia da Sforno.
«L'idea di una pizza di Natale – racconta Stefano – è nata qualche anno fa, vedendo la grande attenzione che i produttori di birra dedicano a questa festa, realizzando non solo birre speciali ma anche altri prodotti legati. Mi è sembrato un segnale di “rinascita” del Natale e ho pensato di fare anche io una pizza ad hoc».
Già, ma cosa metterci sopra, senza cadere nel banale?
«Ho pensato che la cosa più carina fosse rappresentare i principali giorni di festa attraverso i piatti tipici che si mangiano nelle case romane: per esempio, nella mia famiglia l'occasione principale è la cena della Vigilia, per altri è il pranzo di Natale, mentre il 26 è una giornata più informale... e comunque, si mangia sempre!».
Nasce così la pizza divisa in 5 spicchi:
per il 24 c'e' il sugo della pasta con il tonno, con pomodoro e prezzemolo;
per il 25 gli immancabili tortellini in brodo sono rappresentati da una crema di parmigiano, noce moscata e brodo di carne su cui a fine cottura aggiunge una julienne di mortadella e prosciutto;
il 26 è tradizionalmente il giorno degli avanzi, e allora ecco il picchiapò, con il bollito usato per il brodo ripassato con cipolla e pomodoro.
Il 31 è la serata dei brindisi e della festa: la crema di torrone bianco (sciolto in padella con un po' di latte, una sorta di mou con la frutta secca ancora croccante) ispirata a una ricetta di Adriano Baldassarre è accompagnata da un dado di panettone tostato a bocca di forno.
E l’1? La prima cosa che si mangia, ancora appesantiti dalla cena, è il cotechino con le lenticchie: «Stai ballando e festeggiando, non ci penseresti minimamente a ricominciare a mangiare dopo il dolce, eppure non si può dire di no perché porta bene, ed è pure buono!».
Tutti gli ingredienti vengono messi sul disco di pasta prima della cottura, lasciando mescolare un po' sughi e sapori proprio come succede nella maratona gastronomica festiva.
La pizza viene servita a tavola con uno spicchio volutamente lasciato in bianco, tagliato e messo accanto a quello con il tonno a o' di freccia: un'indicazione del senso orario in cui va mangiata la pizza, ma anche un'incitazione alla scarpetta.
Redazione Identità Golose
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=384
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