Ecco un giovane e intraprendente pizzaiolo che, sulla scia di nomi ormai noti della pizza gastronomica come I Tigli e Sirani, giusto per restare nel nord Italia (e a due locali fisicamente vicini), mette la sua creatività al servizio del piatto italiano più celebre nel mondo.
Antonio Pappalardo, 24 anni, da Castellammare di Stabia, ha seguito il percorso classico. Prima il training nella pizzeria di famiglia, con un menu tradizionale e le pizze che si trovano un po’ dappertutto, poi, dal 2007 dopo una ristrutturazione del grande locale di Rezzato, La Cascina dei Sapori, nasce la volontà di esplorare nuove vie.
Partendo dalla ricerca spasmodica di una materia prima di qualità sul territorio e non solo, ma utilizzando anche verdure di stagione e prodotti rigorosamente freschi. Le pizze qui sono in stile napoletano, quindi con il cornicione, ma vengono proposte anche in teglia, alla Romana.
Sono molto gustose e convincenti, e, tra le altre, vale la pena assaggiare la Parmigiana 2.0, con melanzana viola grigliata, burrata pugliese, datterino confit e basilico fresco, la Mia Marinara, con foie gras d’oca, bufala campana, datterino confit, origano e acciuga di Cetara o la Polipo al forno, con fiordilatte, sedano verde e carota nera.
Per tutti gli altri che invece vogliono pescare dalla carta del ristorante si può puntare l’attenzione sulle fritture di pesce servite nel cartoccio, su un paio di piatti di pasta o sugli hamburger accompagnati dal pane cotto nel forno del ristorante.
Bella la selezione di birre (con le Baladin, le 32 e una Valcavallina alla spina), ma c’è anche qualche buon vino scelto seguendo il buon senso.
Tornando alle pizze, queste presentano farine Petra macinate a pietra, lunghe lievitazioni e prodotti stagionali di qualità.
Le due che aprono il menu sono le classiche Margherita e Marinara, ma recano il bollino STG, ovvero di Specialità Tradizionale Garantita.
Poi si passa a quelle classiche, con il prodotto di punta a caratterizzarle (dall’acciuga di Cetara al cappero di Pantelleria) o quelle denominate La Follia e la Cascina, con Bufala Dop e Crudo di Parma 24 mesi.
Il menu prosegue con le pizze stagionali, con qualche accostamento spiazzante (vedi quella con Roast Beef all’inglese) o di carattere (Cipolla Rossa di Tropea in carpione , oppure zucchini in scapece) e con le pizze in teglia alla Romana, anche se, vista la stagione si può puntare l’attenzione sull’ottima L’Estate, una pizza con fiordilatte, fior di zucchina, cipolla in carpione, datterino confit e stracchino delle Pertiche alte.
Poi il pezzo forte rimangono le pizze gourmet, come detto. Pizze fantasiose e buonissime, come quella con la tartare di Manzo (e granella di pistacchi di Bronte) o con la tagliata di tonno rosso (arricchita dalla burrata e dall’insalata di finocchio).
Una serie di invenzioni che lasciano aperta la porta verso un futuro interessante vista la giovane età dell’interprete e vista la cura nella scelta di materie prime di qualità. Che tra l’altro uniscono classicità mediterranea ai migliori prodotti locali.
Gualtiero Spotti
fonte: http://www.identitagolose.it/sito/it/105/6281/spotti-e-mangiati/giovani-pizzaioli-crescono.html?p=0
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