Dopo 8 anni dal quel 2014 in cui i sintomi ed i segni di una rinascita erano ben più evidenti rispetto alla situazione odierna in cui possiamo ben dire che quel cambiamento è giunto all’apice.
Capiamoci subito: non c’è alcun dubbio che le problematiche che vennero sollevate da Report nel 2014 fossero serie ed evidenti, si parlava di cottura, condizioni ed utilizzo dei forni, cancerogenicità, qualità degli ingredienti, selezione di materia prima. E “tanto serie e tanto evidenti parevan” che infatti in tanti si erano già mossi – ma anni, ANNI, prima – nel cercare di cambiare qualcosa in questo comparto, un qualcosa che ha sempre dell’incredibilmente folle pensando al modo di fare tutto italiano e nel dettaglio particolarmente napoletano di credere che la propria tradizione sia l’assoluta verità detenuta.
Non voglio certo elencare – con annesse motivazioni, anni ed eventi – nomi già troppe volte citati in questi giorni e che hanno veramente impattato sul mondo e sulla concezione e della pizza e della figura del pizzaiolo. E non dal 2014 bensì con radici fortissime che riportano almeno a 5, 10 e 15 anni prima: l’introduzione di passisti e controllo qualità, le collaborazioni con enti ed istituti regionali, nazionali ed internazionali al fine di ricercare e poter applicare non solo la qualità ma anzi concentrandosi sul benessere del cliente tanto dal canto salutistico quanto dal punto di vista del miglioramento di carattere esperienziale.
Parlo dei “capostipiti” di vere e proprie scuole, parlo di coloro che hanno innalzato la qualità della pizza rendendola veramente contemporanea nel senso più vero cioè nell’essere al passo con i tempi in termini di continuità con il territorio, di coerenza e identità ma soprattutto di rispetto per il cliente e la trasparenza nei suoi confronti.
«Sono curioso: voglio proprio vedere come faranno questa volta ad ignorare il lavoro e l’impegno di tutti i pizzaioli napoletani, i veri autori, insieme all’informazione di qualità, di questa crescita qualitativa che ora il metodo report tenta in parte di spacciare come suo metodo».
Recitava così il post di Salvatore Salvo alla vigilia della messa in onda di Report.
Ebbene, dopo 8 anni Report ripassa per Napoli e la pizza e succede che s’innesca lo stesso meccanismo ridicolizzante
ATTENZIONE! Non è Bernardo Iovene a farlo, ma proprio per nulla. Stavolta a caderci sono davvero gran parte dei coinvolti: intervistati e smicrofonati, pizza e pizzaioli, giornalisti e trasmissione.
Non c’è bisogno di far classifiche e capire il grado di colpa sulla base della parola detta o taciuta, nella misura del tono o dello sguardo. Tutti hanno mirato allo stesso punto: visibilità e chiacchiericcio. E mi direte – e ci diremo – che sono riusciti brillantemente se siamo qui, ma c’è da dirsi pure che ancora una volta a farne le spese è la pizza!
Report porta a casa il suo solito lavoro con un bel servizio che dell’inchiesta ha molto poco ma fa il suo (s)porco lavoro: audience, stampa, social, passaparola.
Certo, è stato imbarazzante come e quanto abbia peccato di autoreferenzialità nell’attribuirsi costantemente dei meriti.
Ah no, c’erano i pizzaioli a farlo!
I pizzaioli infatti hanno tenuto banco… a favore di Report! Grandissima parte degli intervistati si è prestata a questo gioco indecente in cui si raccontava – e stavolta senza alcuna ombra di sacrificio e rivalsa sociale – quanto fosse stato fondamentale l’apporto e la spinta del primo tour.
Un giro, quello del 2014, che aveva generato malcontento per le testate giornalistiche e gli enogastronomi che – ad oggi si scopre – avessero ritenuto opportuno difendere la pizza napoletana in quel momento seppur consapevoli del peso dei problemi “denunciati” dal programma; dunque invece di fare la giusta informazione hanno scelto di dare ragione agli offesi e incavolati che però – lungimirantemente – da quel momento gli avrebbero fatto gioco.
Resterei sintonizzata perché magari a breve ci si potrebbe anche sentir dire che dopo Report è nata l’idea di collaborare per dare alla pizza una resa migliore"...
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Francesca Brunzo
fonte: https://garage.pizza/rubriche-sulla-pizza/loccasione-persa-dai-pizzaioli-in-tv-nazionale-su-report/
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BREAD RELIGION
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