Perché è questo il punto: quando la qualità di un prodotto è soffocata dall'ego del suo autore, alla ricerca di facili successi, quel prodotto diventa vuoto di significato. E non genera emozioni positive, perché nasce dal solo calcolo economico e non anche da genuina passione.
C'è da aspettarsi, naturalmente, che i pizzaioli più aperti alla sperimentazione e alla osservazione critica dei mutamenti dei gusti dei consumatori non arretrino di fronte alla necessità di aumentare i prezzi, spaventati dall'idea di perdere clienti. E, di conseguenza, non abbandonino la ricerca della qualità negli ingredienti e nelle tecniche di lavorazione. Sarebbe un errore, perché i palati educati al buon gusto non tornano indietro per questioni di prezzo. Inoltre, ora che la pandemia è superata, il desiderio di vivere esperienze fuori casa emotivamente intense è più forte che mai.
Una pizza che fa vibrare le nostre corde emotive ci fa sentire partecipi del processo creativo del pizzaiolo, dà corpo alla sua passione, trasforma una serata a tavola in un percorso culturale che ci arricchisce e giustifica il prezzo da pagare, anche se è più alto.
Così nel PizzaUp® del prossimo novembre la pizzeria diventerà un laboratorio di emozioni e non solo di impasti. Per scoprire un nuovo modello di sostenibilità economica.
Piero Gabrieli
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=639
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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