«Mi sono innamorata del cioccolato grazie a Valrhona e a Gianluca Fusto, ho frequentato due corsi all’École du chocolat di Tain l’Hermitage e apprezzo molto il lavoro al servizio dell’artigiano di cui sono stati precursori», ammette la professionista emiliana che mette il cibo degli dei al primo posto nelle sue realizzazioni.
«Il cioccolato è stato un comfort food in questo periodo di lockdown e per noi che, dopo una chiusura obbligata, abbiamo ripreso a lavorare il 1° aprile, in pieno periodo pasquale, ha rappresentato la rinascita: ho messo tutto l’amore che ho potuto nell’unico uovo di cioccolato messo in assortimento», dice la pasticciera classe 1973 che condivide oneri e onori con il marito Luca Lusetti, classe 1972, diventato a sua volta pasticciere per amore.
Cioccolato a parte, per Cinzia e Luca è stato subito evidente che la gente aveva bisogno di coccolarsi con un dolce.
«A ogni consegna vedevamo accendersi di gioia lo sguardo di chi lo riceveva, e abbiamo capito che anche noi stavamo svolgendo un ruolo importante», sottolineano i due coniugi che a Correggio, cittadina di 25mila abitanti, hanno dato alla loro produzione un’identità ben precisa.
«Nel nostro laboratorio realizziamo solo quello che sappiamo fare bene: pasticceria e paste da colazione la cui vendita ha subito un’impennata durante questo periodo perché è stata riscoperta l’abitudine della colazione a casa», fa notare Cinzia, ex operaia che a 22 anni ha deciso di lasciare la fabbrica per inseguire il suo sogno di fare dolci per professione, coronandolo 5 anni dopo con l’apertura del suo locale.
Non l’avesse fatto, aggiungiamo noi, avremmo dovuto rinunciare a una leccornia come la brioche Gaia realizzata con un impasto croissant farcito di crema al pistacchio di Bronte con pistacchi salati tritati e salsa alla fragole di stagione.
Oltre Gaia, alla pasticceria Alfieri si trovano Love, una pasta frolla ai grani antichi, financier alla nocciola, confit all’albicocca, vaniglia e fior di sale, più amaretto morbido agli agrumi e mousse al cioccolato Dulcey, limone e vaniglia e una crema cheese cake con cioccolato Opalis e vaniglia; e Hope, una torta moderna nata il 25 aprile, «fatta con biscotto morbido al pistacchio, cremoso al pistacchio, composta di fragola e mousse alla mandorla». Spiegano:
«Abbiamo deciso di battezzare tutte le nostre creazioni, anche le nostre brioche, per dare loro importanza, per coccolare i clienti e anche noi stessi, per dare un senso a tutto ciò che facciamo. Da poco abbiamo anche cominciato a raccontare sul nostro profilo Instagram la storia di ognuno dei nostri dolci e continuiamo a emozionarci ogni volta che le leggiamo».
Redazione Identità Golose
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=304
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