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Roberta's di Carlo Mirarchi, il nuovo re di Brooklyn

A New York da qualche tempo si fa un gran parlare della Brooklyn Reinassance, la nouvelle vague gastronomica che sta investendo il quartiere tradizionalmente meno yeah-yeah del dirimpettaio Manhattan.

A guidare il plotone dei ribelli, gente come Cesar Ramirez, il 3-stelle Michelin più veloce della luce, a bordo dello Chef's Table al Brooklyn Fare.

E un personaggio fantastico, che già incrociammo qualche anno fa sul palco di Omnivore a Deauville. Si chiama Carlo Mirarchi ed è nato 32 anni fa nel Queens da madre panamense e padre calabrese.

Cresciuto a Long Island, a un certo punto ha deciso di aprire con due soci (ex musicisiti) Roberta’s a Brooklyn, quartiere Bushwicks, in breve tempo assurto a tempio della pizza (anche itinerante, vedi foto qui sotto) della Grande Mela nella sua interezza.

Una tenda apparentemente anonima nasconde un ex garage, ora vero laboratorio da tavoli e panche in legno dove ragazzi con tatuaggi e cappelli di lana estraggono pizze dal forno a legna che è un piacere, e a qualsiasi ora del giorno.

Pizze in stile napoletano ma con cornicione più basso e meno "largo". Quella archetipale si chiama Rosso: pomodoro, origano e aglio (aglio che, come dice Scabin, gli americani ancora apprezzano…), una marinara.

Poi, oltre a una splendida Margherita, arrivano quelle sormontate da topping singolari: Caponata (mozzarella, melanzane, olive) con speck e soppressata, foie gras e coppa, ricci di mare (la vera ossessione di Mirarchi), con nomi che strappano anche il sorriso (quella ai formaggi si chiama Cheesus Christ).

Ma non c’è solo la pizza perché dalla cucina in fondo escono mini-delizie di cucina sfrontatamente creativa, con vegetali e pesci a primeggiare: Carote, ciliege, ricotta e aneto; Bietole, tuorlo e creme fraiche o Capesante, pistacchio, carote e yogurt.

Tutti piatti in menu segnalati dall’ingrediente principale scritto in grosso, abitudine molto diffusa in Usa anche tra i ristoranti più à la page.

Ma anche qui a Buscwick non si scherza in tal senso perché il Mirarchi è da poco impegnatissimo anche con Blanca, aperto in un altro ex garage accanto a Roberta’s nel giugno scorso e già con una stella Michelin.

Dodici soli coperti e un concept unico scritto in un setting elegante: solo menu degustazione da 22 portate e 180 dollari, in una formula che può ricordare quella del Ko di Davide Chang o lo stesso Chef’s Table di Ramirez. Che con Mirarchi divide la corona di re della nuova Brooklyn.

Redazione Identità Golose
fonte: 
http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=374

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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