Parola di Renato Bosco della veronese Saporè, che ha portato alla ribalta la duplice declinazione del burger: “ham” e “veg”, gemelli diversi per natura e concezione, ma simili per equilibrio nutrizionale.
Ecco allora la versione più classica, tonda e con la carne: fassona piemontese con Monte Veronese a fette, pomodoro San Marzano, germogli alfa-alfa e maionese di miele, preparata senza uova e con miele di girasole Thun, aceto di miele aromatizzato al rosmarino e olio.
Il tutto racchiuso tra due “fette” speciali, messe a punto con Petra 5, acqua, sale, latte, lievito, olio extravergine appena franto e crusca di grano tenero germinato. Per una netta percezione di pane. Povero di grassi, ma ricco di fosforo e calcio. Per morsi saggi e salutari.
In grado pure di incontrare le preferenze dei vegani, nella declinazione green del burger: soffice, quadrato e realizzato partendo da una biga, nonché utilizzando Petra 1, acqua, sale di Cervia (Presidio Slow Food), latte di riso (prezioso di potassio e magnesio), lievito, olio di semi di zucca (antiossidante, virtuoso di vitamina E nonché ottimo alleato contro il colesterolo) e farina di ceci germinati (ricca di ferro).
Mentre come imbottitura il bravo Renato si affidato al seitan, rosolato in un soffritto di cipolla, sedano e carote (e ingentilito da una salsa di pomodoro e zafferano), alla crema di zucca, allo stracchino di riso e curry, al radicchio rosso, ai germogli di porro e ai porcini freschi spadellati.
E per completare l’opera? Hamburger e vegburger sono stati serviti rigorosamente incartati. Per esser mangiati comodamente con le mani.
Redazione Identità Golose
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=426
Foto da pagina Facebook (ndr)
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