Non ci piace proprio l’idea che gli americani propongano una pizza ananas e prosciutto cotto, la negletta hawaiana, sentenza a vita senza assaggi e senza chiedersi come mai piace molto a centinaia di milioni di persone. «Perché non hanno palato e se lo hanno, non funziona», la risposta generale.
Penso che il vero peccato mortale sia non essere stata inventata a Napoli. E’ impossibile perché l’ananas non è patrimonio nostro, però quella pensata e proposta da Renato Bosco a Verona era superba perché figlia di tanti ragionamenti ed è di questi giorni la provocazione capolavoro di Franco Pepe a Caiazzo (Caserta): l’AnaNascosta. Ti fa letteralmente cantare dalla gioia, un fagottino ripieno con una nucleo centrale all’ananas.
Tutto nato da una provocazione durante un viaggio del maestro casertano in Asia, come lui stesso ha raccontato in una diario-comunicato:
«È la pulce nell’orecchio spesso lo stimolo incessante che porta l’essere umano a creare, innovare, sperimentare, modificare, sbagliare o semplicemente fare...
Ed è proprio quando non riesci più a reprimere quella vocina che ti sussurra ogni giorno che inizi a pensare di darle ascolto... E così è successo a me...
Qualche mese fa ad Hong Kong, una giornalista mi pose la domanda fatidica: “Ma tu farai mai una pizza all’ananas?”.
Non rimasi indifferente, tanto che la mia risposta non fu un secco no. Semplicemente non era nei miei programmi, ma mai dire mai e forse un giorno avrebbe potuto trovarsi a gustare una pizza all’ananas firmata Franco Pepe»...
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Paolo Marchi
fonte: https://www.identitagolose.it/news/view.php?id=146
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