Ha aperto lo scorso 22 maggio, in via Gino Doria 81 nel quartiere Vomero, Spicchi d'Autore, che punta tutto sulle tipicità campane di qualità, e non solo per quel riguarda la pizza.
Tra i punti di forza del locale ci sono infatti i buonissimi “fritti aristocratici” ispirati alla cucina dei monzù – la cucina nobile partenopea del '700 nata dall'incontro tra cuochi napoletani e abitudini francesi da monsieur -e messi a punto con le ricette del maestro monzù Gerardo Modugno che ha lavorato per oltre quarant'anni tra palazzi nobiliari e circoli prestigiosi di Napoli: dalle uova alla monachina alla crostatina di tagliolini alla Finanziera, sono tutti da assaggiare.
Alle pizze invece, proposte nell'originale formula “a spicchi” (potendo quindi scegliere come comporre la propria pizza tra le tante varianti classiche e gourmet) ci pensa il giovane Mimmo Esposito, che può vantare già diversi anni di esperienza tra cui quelli alla N.C.O. – Nuova Cucina Organizzata (progetto legato al recupero dei terreni confiscati alla criminalità organizzata).
Ha aperto invece a via Toledo 246, nel cuore storico di Napoli, Pizza a Portafoglio di Gennaro Salvo (nella foto di Luciano Pignataro).
Il pizzaiolo torna in città dopo aver avviato con successo il locale di Gino Sorbillo a Milano, proponendo pizze classiche napoletane nella versione più verace e popolare (anche nei prezzi), quella da strada:
'a libbretta, margherita, marinara, bianca (prosciutto cotto, panna, burrata e mais) e margherita con salame piegate a portafoglio, appunto, secondo un'arte antica tramandata da generazioni, da mangiare camminando lungo le vie del centro. In alternativa, calzoni ripieni e fritti golosissimi.
Arriva invece a inizio giugno a Pozzuoli (alla periferia nord di Napoli) Ammaccàmm – voce del verbo “ammaccare”, il gesto con cui si stende manualmente la pizza napoletana – la nuova pizzeria voluta dall'avvocato e imprenditore Nicola Taglialatela (già creatore di diverse pizzerie “napoletane” in giro per l'Italia) con la coppia d'assi formata dai “pizzaioli veraci” Salvatore Santucci e Giovanni Improta.
Redazione Identità Golose
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=517
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