Il che significa seguire anche il lato dolce e lievitato degli eventi firmati Carlo e Camilla in Segheria.
«C’è davvero molto da fare e la musica, il rock in particolare, mi accompagna ogni giorno. È il mio integratore naturale. E poi questo brano è diretto, grezzo, senza fronzoli, facile da ricordare. È nella memoria di tutti. Lo impara a suonare chi comincia a strimpellare. Perché si nutre di sole tre note», racconta Marco.
Tre, come gli ingredienti principali - farina, burro e zucchero - che vanno a creare gli speciali baci messi a punto dal pasticcere.
«L’idea mi è venuta perché volevo fare un biscotto semplice ma non banale. Poi un giorno ho visto Carlo che dava un bacio a Rosa… ». E così sono nati i Baci di Cracco. Una nuova memoria da consegnare al futuro.
Baci che prendono spunto dagli arcinoti e iconici baci di dama. Dalle origini piemontesi, ma ormai entrati nell’immaginario comune.
Baci che dismettono i loro panni tradizionali, per diventare colorati. Baci che somigliano ai macaron, ma che macaron non sono.
Baci che rivendicano il loro essere autenticamente made in Italy. Anzi, nati nel cuore di uno dei simboli di Milano e del Belpaese: la Galleria Vittorio Emanuele II.
Alla base della frolla: farina Petra 9, la “tuttograno” di Molino Quaglia, e farina di mandorla. «Perché la nocciola sarebbe stata too much. Invece la mandorla conferisce struttura ma pure delicatezza», precisa Pedron.
Le diverse tonalità sono invece date dai frutti in polvere aggiunti all’impasto, nonché dalle farciture. Che tengono ben salde le due frolle e che sono realizzate con la serie Inspiration di Valrhona.
Frolle fragranti, fondenti e fruttate, complici i ripieni alla fragola, al passion fruit, allo yuzu, al lampone e alla mandorla. Con l’aggiunta di un bacio al Gianduja Noisette Lait.
Cristina Viggè
fonte: https://www.identitagolose.it/news/?id=164
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
BREAD RELIGION
Iscriviti e ricevi le novità nella tua email.