Il nuovo God Save the Food si affaccia accanto al sagrato della splendida basilica del Carmine, un angolo pedonale che conserva il fascino storico della vecchia Milano e occupa i ciottoli antichi con un ampio dehors, ideale per una pausa che poco risente della frenesia del traffico cittadino, lì accanto ma defilato. I locali interni sono eleganti, spaziosi, illuminati da luci soffuse che invitano al relax; l’ambiente minimal chic, moderno e confortevole.
“Lo stile è newyorkese – spiegano Rossano Foddi e Antonio Granata, a capo della brigata di God Save the Food – e la cucina si ispira ai canoni contemporanei e internazionali. L’idea iniziale era quella di una ristorazione salutista, biologica, con tante insalate e pochi grassi, con piatti presi dalla cucina orientale e centrifugati di frutta e verdura.
L’impronta rimane, nella cura della scelta delle materie prime e nella stagionalità delle proposte, ma abbiamo ben presto ampliato la nostra offerta quando ci siamo resi conto che il pubblico era maggiormente orientato verso piatti più sostanziosi e accattivanti.
Oggi abbiamo in carta diverse proposte di wok di verdure e di carne in stile tailandese ma anche fajitas messicani, hamburger succulenti, club sandwich e ceasar salad, guacamole e hummus accanto a classiche cotolette alla milanese o prosciutto di Parma.
Gli spaghetti al pesto convivono perfettamente col pollo al curry e in più facciamo un’ottima pizza fatta solo con farina macinata a pietra. Insomma, una cucina internazionale per tutti i palati, ma sempre di alta qualità, leggera e naturale. Una cucina fatta per cittadini del mondo”.
E tutto il mondo, di fatto, s’incontra qui, per le vie di Milano, città che sta riscoprendo la sua vena internazionale, più bella e più viva nel dopo Expo.
“Non c’è stata l’affluenza aspettata durante Expo – riconosce Antonio Granata – ma certamente Milano è alla ribalta e gli effetti già s’intravvedono. Le vie sono affollate di turisti e anche i milanesi hanno riscoperto il piacere della convivialità”.
Da God Save the Food si può consumare un ottimo pasto seduti al tavolo a ogni ora del giorno.
“Abbiamo dovuto adeguarci al sistema – spiega Rossano Foddi – perché se è vero che gli italiani sono ancora legati all’orario stabilito dei pasti, gli stranieri sono più flessibili e si aspettano di pranzare sempre, tutto il giorno. Il pranzo di mezzogiorno resta quello principale e impegna 6 cuochi in cucina, poi nell’arco del pomeriggio presentiamo un menu più ristretto per tornare all’offerta completa la sera.
Ci sono 2 brigate che si alternano e riusciamo a servire 400 coperti al giorno. All’inizio non pensavamo di avere una tale affluenza ma, del resto, la zona è strategica e i clienti non mancano. La sera serviamo l’aperitivo, cocktail e drink speciali, con un buffet abbondante e ricco perché a Milano resta l’usanza e i clienti se l’aspettano ”.
Dalla colazione al dopo cena, un angolo di mondo, in una città che va avanti.
Marina Caccialanza
fonte: https://www.salaecucina.it/fare_ristorazione/god-save-the-food-a-milano/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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