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Città USA che vai, pizza che trovi


La pizza è una cosa che in Italia si prende piuttosto sul serio, e giustamente. Di certo la prendiamo molto seriamente qui a Identità Golose...

Ne scriviamo nella rubrica in cui compare questo articolo; poi in un'altra, sempre nuova, parliamo dei suoi possibili abbinamenti con le bevande; le dedichiamo una ricca newsletter (a cui vi consigliamo di iscrivervi, se ancora non l'avete fatto) che a cadenza regolare vi informa su tutte le novità che riguardano questo purissimo inno all'italianità.

Le dedichiamo anche, nel programma del nostro Congresso annuale, uno spazio come Identità di Pizza, sempre pieno di contributi di altissimo livello. I quali, come accaduto quest'anno con la presenza di un danese come Christian Puglisi e di un australiano come Tony Nicolini (anche se entrambi con chiare origini italiane), dimostrano anche come i confini della pizza italiana siano sempre più ampi.

Certamente, lo ricorda anche il sottotitolo di questa rubrica, la pizza è uno dei piatti più copiati e mangiati in giro per il mondo: gli Stati Uniti sono probabilmente la seconda patria della pizza, e ormai sono molte le pizzerie americane che offrono ai propri clienti esperienze assolutamente fedeli alla “scuola” italiana, se non a volte precisamente “napoletane”.

Solo qualche settimana fa abbiamo ospitato l'articolo del calabrese Maico Campilongo, approdato sulla West Coast con il fratello Franco, dove ha aperto con grande successo la pizzeria Terún a Palo Alto, diventato uno dei locali preferiti del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, o del ceo di Apple, Tim Cook.

Ma la passione per la pizza in USA si misura anche osservando quante declinazioni - che qualcuno dalle nostre parti potrebbe considerare eretiche - sono state inventate di questo piatto straordinario.

Qualche settimana fa, l'ottimo sito americano Lucky Peach dedicava un proprio articolo (che si apre con un'affermazione pesante: “la pizza è americana quanto l'apple pie”) a una carrellata analitica dei tantissimi stili di pizza che si possono trovare in un goloso viaggio coast to coast negli States. Che proviamo a riassumere con qualche esempio anche qui: preparate la mappa, si parte!

New Haven: come succede quasi sempre, questo stile di pizza prende il nome dal luogo in cui ha avuto origine, in questo caso una città del Connecticut, e grazie in particolare alla Frank Pepe Pizzeria Napoletana (no, nessun collegamento con "the original" Franco Pepe from Caiazzo). Abbastanza simile a quella di New York, è diretta discendente dell'originale napoletana. Non a caso viene chiamata anche Apizza, parola che deriva proprio dal modo di dire napoletano “'a pizza”.

Chicago: noto anche e soprattutto come Deep Dish (letteralmente: piatto profondo), questo stile di pizza è uno dei più popolari negli States, e anche uno dei più lontani dal gusto italiano.

Assomiglia per molti versi più a una torta salata, a una quiche quasi, che a una nostra pizza: la pasta è più friabile, viene cotta in una casseruola rotonda e profonda, creando un contenitore adatto a una grande quantità di salsa di pomodoro (bollente), formaggio (rigorosamente filante) e molti altri possibili ingredienti. O la si ama, o la si odia.

St. Louis: se dovessimo fare un paragone con l'Italia, la pizza che prende il nome dalla città del Missouri assomiglia un po' a quella romana.

Nello specifico la pasta è sottilissima e croccante, ottenuta da un impasto senza lievito. Non potendosi piegare per mangiarla, spesso viene servita pre-tagliata a quadrati. Per questa pizza si usa un formaggio chiamato Provel, ottenuto da un mix di cheddar, provolone ed emmenthal.

California: come vi immaginereste una pizza californiana? Ricercata e un po' snob? Risposta esatta. E' la declinazione più gourmet della pizza a stelle e strisce e in qualche modo potrebbe essere accostata alle versioni gourmet che si trovano anche in Italia.

Più che l'impasto la definiscono gli ingredienti con cui viene condita (i toppings): viene infatti usata come base, come piatto, per delle creazioni molto inventive.

Si è sviluppata negli anni '80 nella zona di San Francisco, in particolare grazie al pizzaiolo Ed LaDou e alla famosissima chef Alice Waters, che nel 1980 mise un forno a legna nel suo ristorante di Berkley Chez Panisse.

New York: in quella che potrebbe essere considerata la vera casa della pizza in USA si trovano molti stili diversi, alcuni anche decisamente vicini alla perfezione napoletana.

La pizza normalmente considerata New York Style però, chiamata anche Dollar Slice, potrebbe assomigliare almeno esteticamente a certe pizze che in Italia si trovano in alcune grandi catene di fast food. Sottile, morbida, viene venduta a fette partendo da pizze rotonde di grandissime dimensioni.

Detroit: in questo grande centro del Michigan noto per le industrie automobilistiche e per la mitica etichetta discografica Motown, la versione di pizza che va per la maggiore ha più a che fare con lo Sfincione siciliano che con la vera e propria pizza.

Preparata in grandi teglie rettangolari, ha una pasta spessa e panosa, oltre alla caratteristica di avere la salsa di pomodoro aggiunta successivamente, sopra al formaggio fuso.

New England: in questa ampia regione della East Coast, che raccoglie sei stati dell'Unione, si prepara una pizza che viene chiamata Greek, non tanto perché abbia degli ingredienti tipici dell'Ellade, quanto perché veniva e viene venduta soprattutto in ristoranti e fast-food di gestori greci.

La differenza la fa soprattutto l'impasto e la sua cottura: volendo anche qui trovare un paragone italiano, ci si avvicina alla nostra “pizza al trancio”, con quindi una pasta alta e morbida, cotta in grandi casseruole metalliche rotonde.


Niccolò Della Vecchia
fonte: http://www.identitagolose.it/sito/it/209/14275/mondo-pizza/citta-usa-che-vai-pizza-che-trovi.html?p=0

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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