Nella sua Casa del Pane, l’indirizzo dove sfoga la passione per l’alta qualità, proponendo lievitati d’ogni tipo a una clientela che via via comprende sempre meglio la sua arte:
«All’inizio (ha convertito tutta la sua produzione a uso di Petra , ndr) è stato un po’ difficile, soprattutto col pane, perché è un po’ più scuro di quelli venduti qui in zona, c’era diffidenza. Ora molti hanno capito e si servono solo da me».
Piace, a Verdesca, l’idea di un prodotto “vivo”, non standardizzato, artigianale, che ogni giorno risulta un po’ diverso perché del tutto naturale, «non uso miglioratori, conservanti o coadiuvanti: solo farina, acqua e lievito madre».
Salvatore ha iniziato, si diceva, a 12 anni, lavorando in un panificio sempre a Molfetta (lui ha origini leccesi ma è nato e cresciuto in questa città a 25 km da Bari).
A 20 ha aperto una pizzeria col fratello Giuseppe, che ora fa lo chef altrove; 10 anni fa ecco nascere la Casa del Pane, quando ha rilevato un vecchio forno e l’ha rilanciato, puntando su un continuo percorso di ricerca.
Una tappa è stata, appunto, il primo incontro con Petra. Da allora le cose sono cambiate e ha proposto, assieme alle ricette tradizionali con semola di grano duro, una linea di pane caratterizzata dalle qualità delle farine da macinatura integrale del grano tenero: «Sono riuscito a dare una marcia in più ai miei prodotti».
Da non perdere le sue pizze, al metro o tonda d’asporto. Classica? Forse nei condimenti, ma l’impasto è «bello, soffice, croccante», e quando lo dice sembra battergli forte il cuore. C'est l'amour…
Carlo Passera
fonte:http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=517
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