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Sottozero, il gran gelato di Reggio Calabria


Enzo Pennestrì è un figlio d’arte. Il primo gelatiere in famiglia è stato papà Tito che si è rivelato un uomo molto saggio...

«Non ha mai fatto pressione affinché seguissi le sue orme. Mi ero iscritto alla facoltà di Economia e Commercio, ma tutte le stagioni estive passate in gelateria alla fine hanno fatto scoppiare il grande amore», racconta Pennestrì che a soli 21 anni a Reggio Calabria apriva la Cremeria Sottozero.

Correva l’anno 1992, l’attenzione per il gelato non era quella di adesso e Pennestrì non ha alcun timore ad ammettere che allora anche per lui l’utilizzo delle basi pronte era pratica quotidiana.

«Poi, a un certo punto, abbiamo scelto la mia via che è quella del gelato artigianale. Ho sentito la necessità di personalizzare il prodotto e di sviluppare gusti unici con materie prime che distinguessero il mio gelato da quello degli altri», ammette l’attuale presidente dell’Associazione italiana gelatieri.

Sono arrivati così il pistacchio di Bronte, le nocciole delle Langhe e le mandorle, «tutta frutta secca che acquistiamo cruda e tostiamo». Ed è arrivato anche il cioccolato Valrhona «di cui utilizziamo prodotti tecnici e alcuni monorigine con cui realizziamo un nostro blend». E poi c’è anche il caffè crudo, anch’esso torrefatto in loco per il gelato; e la caffetteria che, con la pasticceria, è parte integrante di Sottozero, un’istituzione sul lungomare reggino rimasta tale anche nei giorni del lockdown.

Racconta Enzo Pennestrì:

«Non abbiamo mai chiuso i battenti se non quando le norme lo hanno imposto e non appena è stato possibile abbiamo ripreso con le consegne a domicilio. All’inizio è stata una produzione minima che, via via, è cresciuta. La soddisfazione è stata capire di fare felici i nostri clienti che hanno continuato a chiederci i gusti di gelato più amati: come il Faustino fatto con pistacchio, mandorla e una nota di mandarino; o il Cioccobufala con latte di bufala, cioccolato e mandorle tostate. Sono convinto che post lockdown il prodotto principe per la ripresa della ristorazione sarà il gelato artigianale».

La lungimiranza di Pennestrì basata su proiezioni e statistiche eredità degli studi economici, però, affonda le radici su solide basi di realtà. E la realtà è quella di un’estate in arrivo con un carico notevole di incognite.

«Anche se la Calabria è una delle regioni che, fin qui almeno, sono state risparmiate dalla pandemia i prossimi saranno mesi vissuti alla giornata. L’unica certezza è che il settore della ristorazione deve parlare con una sola voce, anche l’Associazione italiana gelatieri ha aderito all’appello #FareRete. E non è il momento di indebitarsi».


Mariella Caruso
fonte:
https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=304

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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