Ci sono intermezzi del lavoro che portano nuovo ordine nelle nostre idee se accompagnati da un piccolo dolce. Ci sono cene fuori casa la cui sorte è affidata ai dolci in chiusura. E infine c'è la varietà dei dolci delle ricorrenze, quelle pubbliche e quelle private.
La pasticceria ci accompagna come il pane, nella nostra cultura il suo consumo è quotidiano e, nello stesso tempo, siamo portati a considerarla come di maggior pregio rispetto al pane, perché, si dice, il dolce è trasgressione, è strappo alla regola. Certo, a leggere i dati di consumo della pasticceria in Italia, verrebbe da pensare che siamo un popolo senza regole! Sta di fatto che bar e pasticcerie in Italia rappresentano i luoghi di somministrazione di alimenti e bevande più e più spesso frequentati, dove, peraltro, dolce e salato sono quasi sempre presenti insieme.
Superando le inutili classifiche di campioni e maestri, mi piace pensare che un pasticciere coscienzioso nel suo lavoro sia consapevole della forza educatrice (o diseducatrice) del suo ruolo, calato in una cultura alimentare che oggi, come mai, deve essere tenuta viva dalla conoscenza diretta della terra fino a una tavola buona e sana.
Piero Gabrieli
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=459
Foto di Thorsten Stobbe
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