Alcuni entrati persino a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Certo. Perché Patrimonio dell’Umanità non sono solo monumenti, paesaggi e oggetti, ma pure linguaggi, riti popolari, pratiche sociali, feste e quel savoir-faire artigianale impregnato di profonda identità territoriale.
“Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra”, si legge sulla pagina ufficiale Unesco.
Qualche esempio? L’opera dei pupi siciliani; il canto a tenore sardo; il saper fare liutario di Cremona; le feste delle grandi macchine a spalla; la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria; l’arte dei muretti a secco; la transumanza.
Depositari di un fortissimo genius loci sono anche i Borghi più Belli d’Italia.
Riuniti in un’attiva associazione e pure in un portale. Che, regione per regione, snocciola lo spirito dei luoghi. Fra piatti, prodotti, eventi e highlights da non perdere. Talvolta tradotti persino in golosità contemporanee.
È il caso di Mezzano, nel trentino comprensorio del Primiero, dove passeggiare ammirando il museo en plein air Cataste & Canzèi: inconsueto percorso che inanella una trentina di cataste artistiche in legna. Incastonate fra i segni sparsi della ruralità, come lavatoi (in primis la cosiddetta lisiera), fienili (i tabià), orti, stalle, cunicoli (gli stoli) e dipinti murali.
Una cittadina dinamica, che dal 20 giugno sino a metà settembre (e poi tutti i fine settimana) fa comparire a sorpresa - negli angoli più suggestivi - pure una sedia rossa. E chi la trova? Può suonare un campanello che compare sul suo sedile e veder arrivare un abitante locale, pronto a raccontar aneddoti e curiosità.
Della serie un info point autoctono e autentico. Utile anche per scoprire un'insegna speciale come la Pasticceria Lucian. Che, capitanata da Davide, ha creato il Biscotto Romantico, parte integrante di un progetto comunale quale Mezzano Romantica. Utilizzando solo materie prime indigene. Il che significa fiocchi di mais, garnetole (mirtilli rossi), caréz (cumino selvatico) e botìro di Primiero. Aromatico e pregiato burro di malga tutelato come Presidio Slow Food.
Senza trascurare chi, come Luca Doro, pesca saggezza da un vetusto rituale agreste, ancestrale e beneaugurante di Macerata Campania (Caserta) per tradurlo in pietanza.
Sì, Luca rende omaggio alla sfilata di carri, tini, falci e botti della festa di Sant’Antuono Abate (il 17 gennaio). Sublimando le Battuglie di Pastellessa (con riferimento alla tipica pasta con le castagne lesse) in pizza. Preziosa di castagne lesse, mozzarella di bufala, guanciale di suino nero casertano, scaglie di pecorino di laticauda (razza ovina dalla coda grassa e larga) e perle di peperoncino crusco. Un modo gustoso per reiterare (e non far dimenticare) le vibranti tradizioni nazionali.
Cristina Viggè
fonte: https://www.fuorimagazine.it/mono/post/?mono=materia&permalink=la-solidità-della-cultura-immateriale
Le foto di Cataste & Canzèi e della sedia rossa a Mezzano sono di orlerimages.com
Le foto del biscotto di Davide Lucian e della Pizzellessa di Luca Doro sono di Enrica Guariento
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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