I costi aumentano a ritmi finora sconosciuti e denotano una rivoluzione in atto anche nel mondo della pizzeria d'autore.

Inutile pensare di affrontare con l'atteggiamento di chi "tira la cinghia", pensando a tempi migliori, i nuovi costi dell'energia, delle materie prime e presto anche del lavoro. Quest'ultimo non solo come riflesso del livello più alto dei primi due ma, anche, della richiesta dei più giovani di vendere al meglio le proprie professionalità.

Colpisce leggere i numeri, elaborati nell'ottobre 2021 da Openpolis su dati Ocse, che mostrano l'andamento al ribasso, e in controtendenza rispetto al resto dell' Europa, del livello medio dei salari pagati in Italia nei 30 anni precedenti. Nello stesso modo il livello medio dei prezzi al consumo si è assestato su livelli più alti in Paesi europei come Francia, Germania, Danimarca e Paesi Bassi, dove i livelli salariali sono cresciuti nel tempo.

Ora che le materie prime di base, soprattutto quelle importate dall'estero, aumentano a due cifre percentuali, cosa accadrà in Italia?

È evidente che il costo della vita si riposizionerà su valori più alti e che si creeranno le condizioni perché anche il costo del lavoro aumenti in linea con gli altri fattori produttivi. E di conseguenza lungo l'intera filiera agroalimentare, della quale fanno parte le pizzerie, saliranno consistentemente i prezzi di vendita e somministrazione al pubblico.

Sarà un passaggio delicato, che porterà benefici solamente a chi punterà alla qualità del piatto e alla genuinità del servizio, per instaurare relazioni sincere con una clientela disposta a spendere di più a patto di mangiare bene, in luoghi dove si respirano atmosfera positiva e attenzione ai cambiamenti in atto.


Piero Gabrieli
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=511

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