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come e dove Petra arriva in tavola
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Socrate, Platone, il cibo e il vino


“Non solo noi siamo ciò che mangiamo. Noi mangiamo ciò che siamo”.
Ha le idee chiare e un obiettivo preciso il professore-filosofo-musicista Massimo Donà...

“Educare in modo completo e integrale i giovani a farsi carico di una storia e di una tradizione che il cibo e il vino si portano dietro da secoli”. Creando così intellettuali e intenditori doc.

Una mission possibile grazie a un corso di studi post lauream ideato e voluto proprio da Donà - affiancato dal dottor Giacomo Petrarca, responsabile scientifico -, targato dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e giunto alla sua seconda edizione: il Master in Filosofia del Cibo e del Vino.

La cui realizzazione vanta anche la collaborazione dell’ateneo con Intesa Sanpaolo e con Iswa - l’Italian Signature Wine Academy - che raccoglie otto fra le più emblematiche realtà vitivinicole italiane: Allegrini e Arnaldo Caprai, Feudi di San Gregorio e Fontanafredda, Frescobaldi e Masciarelli, Planeta e Villa Sandi.

A cui si aggiungono aziende di spicco nel settore agroalimentare quali Petra Molino Quaglia, Eataly, Agriform e Aia. Pronte a offrire il loro saper fare nel campo del sapore.

Prolegomeni ad ogni futura enogastronomia

Un master poliedrico e interdisciplinare, aperto agli studenti provenienti da ogni tipo di formazione. Nel segno della massima valorizzazione della diversità colturale e culturale. Sì, perché per raccontare, valorizzare e promuovere un prodotto o un vino non basta solo delinearne superficialmente la carta d’identità.

È necessario scoprirne i segni tangibili e le forme simboliche, i link con l’antichità e la modernità, l’arte e la religione, la geolocalizzazione e la globalizzazione, l’economia e l’ecologia, l’etica e l’estetica, l’ermeneutica il web.

Come dire: per parlare di enologia e di gastronomia non si può prescindere dalla filosofia, dalla teologia, dall’antropologia, dalla psicologia e dalla geografia. In una fitta trama fatta di materia e immaginario, memoria e avanguardia, radici ed evoluzione, concretezza ed evocazione.

“La tradizione è fatta di universi simbolici e concettuali, che chi vuole comunicare il cibo e il vino italiani deve conoscere alla perfezione”, Donà docet.

Ecco allora un piano di studi eclettico e completo, che conta 360 ore di attività didattica, fra lezioni, seminari, laboratori e degustazioni; 300 ore di stage in azienda e cinque visite e partecipazioni ad eventi food & wine.

Per una preparazione volitiva e propositiva, capace di forgiare gli illuminati manager di domani. Capaci di promuovere strategicamente e sapientemente l’unicità del made in Italy grazie a una pluralità di linguaggi.

Complici docenti del calibro di Donà (“Filosofia del vino”), Andrea Tagliapietra (“Filosofia del cibo”), Massimo Cacciari (“Il cibo e il sacrificio”), Angelo Capatti (“Storia della cucina”), Vincenzo Trione (“Il cibo nell’arte”) e Sandro Sangiorgi (“La vite e la vinificazione”). Solo per citarne alcuni.

Le iscrizioni sono aperte fino all’11 dicembre. L'incipit è fissato per il 19 gennaio 2018. Le lezioni si tengono il venerdì e il sabato (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), presso la sede di Banca Intesa Sanpaolo Formazione, in via Cechov 50/5 a Milano.


Cristina Viggè
fonte: http://www.fuorimagazine.it/blog/shooting/?permalink=socrate-platone-il-cibo-e-il-vino


Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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