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come e dove Petra arriva in tavola
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Salvatore Gatta, Basilicata coast to coast

Il Vulture, area interna della Basilicata al confine con Campania e Puglia, è una delle zone meno conosciute d'Italia, offuscata pure da Matera, ormai protagonista dei flussi turistici e mediatici regionali.

Eppure, nei luoghi che furono prediletti da Federico II – come testimoniano i castelli di Menfi e Lagopesole, tra gli altri – non mancano bellezze artistiche e paesaggistiche, né tantomeno validi indirizzi gastronomici.

In una manciata di chilometri (resi più lunghi da collegamenti poco agevoli), tanto per dire, ci sono il forno di Vincenzo Tiri di Acerenza – dove nasce un fantastico panettone da podio -, il bel resort Le Masserie Del Falco a Forenza, dove cucina il giovane chef Gianfranco Bruno, e pure la “Verace Pizza Napoletana” di Salvatore Gatta (nella foto di Oliviero Toscani) che da sola vale il viaggio fino a Scalera, piccola frazione di Filiano.

Qui si trova Fandango, accogliente pub in stile Irish in procinto di cambiare pelle in sintonia il percorso di Salvatore che, partito come gelatiere, è poi approdato alla pizza sulle orme della mamma Assunta affiancandovi birra e musica.

Oggi – vuoi per motivi anagrafici, vuoi per i risultati ottenuti – la pizza è al centro del suo lavoro: impasto soffice e leggero, forse più vicino a quello di Franco Pepe che alla tradizione napoletana ortodossa – ottenuto con lievito madre, lunga maturazione e un'impastatrice a bracci che riproduce la gestualità dell'impasto manuale – e condimenti di eccellenza.

Questi spaziano soprattutto nel repertorio gastronomico regionale, più ricco di quanto si potrebbe pensare a cominciare dai diversi Presidi SlowFood, alla cui filosofia Salvatore è vicino: dalla mozzarella di bufala fatta nella vicina Lavello al salame pezzente, dalle squisite olive infornate di Ferrandina ai deliziosi peperoni cruschi di Senise, noti come zafarani per il colore della polvere che se ne ottiene e per il loro pregio.

Da provare la Lucana, con mozzarella di bufala, pomodori del piennolo, pesto homemade di noci e basilico, olive di Ferrandina, “zafferano” lucano di peperoni e scaglie di caciocavallo podolico.

Luciana Squadrilli
fonte: 
http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=566

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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