Fa più effetto, forse, pensare che Nicola aveva inserito la pizza (in due versioni) anche nel menu del suo indirizzo precedente, Nicola Cavallaro al San Cristoforo, dove proponeva una cucina decisamente più elaborata e gourmet.
E anche che è stata proprio la pizza una dei protagonisti della recente trasferta asiatica dello chef, da poco rientrato da un viaggio a Hong Kong dove per il secondo anno di seguito ha portato per due settimane la cucina italiana nel menu di due ristoranti locali.
Un'avventura non certo improvvisata visto che da anni il cuoco si cimenta con grande passione con lieviti e farine.
«La pizza di Nicola Cavallaro è un progetto sperimentale di pizza a lievitazione naturale, la proponiamo quando il tempo ci permette di sperimentare a Un Posto a Milano» spiega lo chef.
Alla base farine artigianali selezionate, un impasto a lievitazione naturale che vede l'uso della centrifuga di mela come starter per far partire la lievitazione, e condimenti curati a base di verdure biologiche e altri ingredienti selezionati, a partire dalla mozzarella di bufala proveniente da un caseificio a Pogliano Milanese, con materia prima bergamasca e expertise casertana.
Che fa mozzarelle con latte di bufala bergamasco da un casaro casertano.
Alla domanda «Come mai la pizza?».
Lo chef risponde così: «Per riscoprirne la grande dignità e perché a Milano a mio parere non è eccelsa». Difficile dargli torto, e a giudicare dai risultati non resta che sperare che le sperimentazioni portino presto ad una presenza fissa della pizza nel menu di Un Posto a Milano.
Redazione Identità Golose
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=377
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