È una masseria del 1889 (le antiche aziende rurali siciliane che coltivavano e governavano superfici talmente ampie da essere autonome), nel frattempo ristrutturata, rimodernata e in attività dal 1974.
Cuore del locale Antonio Ronsisvalle (che ha creato e codificato gli impasti), Simona Zingaro e Giuseppe Giummo: la loro passione per la pizza è il segreto di tutto, cui si aggiunge applicazione, duro lavoro e ricerca. In altre parole, è un continuo work in progress. I processi di panificazione e di selezione del topping delle pizze sono perennemente sotto esame, alla ricerca della pizza perfetta.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedere se è una attività svolta per pochi coperti. Niente di tutto questo: A’massaria è capace di mettere a sedere 200 persone e di lasciarne, purtroppo, altrettante in lista di attesa. Il successo di pubblico è travolgente, complice – oltre la bontà – anche un rapporto qualità-prezzo straordinario.
Aspettatevi dunque semplicità: arredi essenziali, confortevoli, un servizio gentile e pronto ad accontentare tutti, nei tempi necessari. Per le cose buone ci viole un pizzico di pazienza.
Tre gli impasti a lunga lievitazione e maturazione, nello specifico una media di oltre 72 ore: classico, integrale e cereali con semi. Il forno rigorosamente a legna.
Inizia bene chi sceglie il pane all’eoliana, croccante e condito con pomodoro datterino, cipolla rossa, capperi, sale, pepe, origano, ricotta infornata e olio extravergine. Oppure, il “fritto della casa”, o ancora dei taglieri, di cui uno vegetariano, e delle fresche insalate.
Le pizze: le schiacciate sono proprio quelle che fanno crunch! Le caldeggiamo. Per fare qualche nome, ecco la Amatriciana con pomodoro San Marzano DOP, guanciale, peperoncino, pecorino ed extravergine; la Melillese (da Melilli), con prezzemolo tritato, aglio, cipolla, capperi, capuliato (del pomodoro finemente tagliato), pecorino, alici e olio extravergine; o ancora la Nebrodi, con ragù di cinghiale, mozzarella di bufala campana, basilico ed extravergine.
Troppo gustose? Per voi c’è la Leggera, un compromesso che mette insieme mozzarella fiordilatte, pesto di basilico, a questi si aggiungono melanzane fritte e mandorle tostate.
Importante: per chi ne soffre, il menù prevede una pagina con pizze gluten-free. Da bere, birre artigianali siciliane, per fare qualche esempio la Tarì di Modica o la Epica di Sinagra, e per vino cantine locali.
Il Romano
fonte: http://www.pizzaeprotagonisti.it/massaria-pizzeria-di-augusta-che-fa-crunch/blog-2/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
BREAD RELIGION
Iscriviti e ricevi le novità nella tua email.