Con questa cena e questo menu - ma anche normale, perché dà l'idea di cosa ci aspetta, per fortuna.
Allora, riassumendo: 6 piatti pazzeschi, altrettanti calici in abbinamento con qualche milione di bollicine, 14 mani di grandi chef ai fornelli, 15 stelle Michelin raggruppate tra pentole e pass, tra le quali un terzo dei tristellati italiani, 3 su 9, con 110 commensali plaudenti, compresi 2 mostri sacri del design - Davide Groppi e Giulio Cappellini, che firmano il progetto di via Romagnosi 3 per quanto riguarda rispettivamente luci e arredamento.
Abbiamo parlato di 14 mani, ma dovremmo dire almeno 16:
ad Andrea Ribaldone, Mauro Uliassi, Gennaro Esposito, Cristina Bowerman, Alessandro Della Tommasina, Niko Romito e Chicco Cerea dobbiamo infatti aggiungere Domingo Schingaro, storico del team Ribaldone, giunto dal Borgo Egnazia a dare una mano; e poi a curare la panificazione c'era per l'occasione un'altra star, Roberta Pezzella, che ha preparato le pagnotte calde nella sede del Molino Quaglia a Vighizzolo d'Este, là le ha abbattute e poi qui rigenerate.
Allo stesso modo, alle 15 stelle chissà che presto non se ne aggiungano altre: Schingaro è in predicato di vedersi spuntare la sua prima, in Puglia, mentre Uliassi è sempre nel toto-terza... Ma non ipotizziamo il futuro, basta e avanza il presente:
tre tristellati (Reale di Castel di Sangro, Da Vittorio di Brusaporto, Enoteca Pinchiorri di Firenze, con Della Tommasina in cucina e madame Annie Féolde seduta in sala);
due bistellati (Uliassi di Senigallia, Torre del Saracino di Vico Equense); altrettanti monostellati (Osteria Arborina di La Morra e Glass Hostaria di Roma). Tutti insieme, a raccontare La Grande Italia, questo era il tema della cena, diremmo assai azzeccato.
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Carlo Passera
fonte: http://www.identitagolose.it/sito/it/41/20398/primo-piano/raccontare-la-grande-italia-in-sei-piatti.html?p=0
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