Due acciughe isolate. La fettina di prosciutto che pare carta velina. Tartufo? Invisibile. Contro la deriva riduzionistica degli ingredienti, in pizzeria, da Padova arriva una soluzione innovativa e radicale, Gpizza.
Un nuovo locale, da poco aperto, dove la farcitura la fa il cliente. Che non solo può abbondare a piacimento, ma anche crearsi una pizza su misura, mescolando ingredienti a propria scelta. Perché anche la pizza segue il trend della customizzazione.
GLI INGREDIENTI DELLA FARCITURA SCELTI DAL CLIENTE CHE METTE LE MANI IN PASTA
La pizza di Gpizza viene farcita dal cliente con ingredienti e quantità a piacere. «L’idea – spiega il titolare, Federico Gallon, 51 anni, esperienze dirigenziali per diverse aziende e da 25 anni nel settore raccolta rifiuti, dove vende compattatori e spazzatrici – è nata un giorno in pizzeria: “Potevano mettere qualcosa in più” ho borbottato dopo che mi era stata servita una pizza un po’ povera.
Mi sono poi accorto che il cliente, anche se si trovava in carta decine di pizze, alla fine chiedeva sempre di sostituire qualche ingrediente. Noi invece, gli diamo la possibilità di creare la farcitura come preferisce e così può anche giocare a fare la pizza».
Il locale si trova al terzo piano di un edificio in una zona industriale di Padova, vicino all’uscita di Padova est. Accoglie circa 110 coperti e altrettanti ne dispone il roof garden, una terrazza di 400 metri quadri dove gustare un aperitivo o un dopo cena con vista a trecentosessanta gradi sulla città.
Il sistema funziona in modo organizzato, con livelli di automazione. L’impasto viene fatto il giorno prima da un paio di pizzaioli e fatto lievitare 24 ore. Ingredienti di qualità, come le farine Petra del Molino Quaglia, grano italiano macinato a pietra, e lievito madre.
Il giorno successivo viene steso a mano e pre-cotto in forni elettrici per un paio di minuti a circa 380 gradi. Questo viene servito in teglia al cliente che lo richiede su un monitor touch screen, scegliendo tra la versione bianca o rossa (con pomodoro).
Quindi c’è la seconda fase con la farcitura, dove è lo stesso cliente a metterci mano. Si reca in una delle dieci postazioni con la teglia e la guarnisce a piacere, indossando guanti igienici in lattice e utilizzando delle pinzette per prendere i prodotti: fa, insomma, il pizzaiolo.
Dopo di che la pizza viene messa su un nastro e rimandata in cottura per altri tre minuti e quindi servita al tavolo assegnato con le bevande.
UN FORMAT BREVETTATO CON L’IDEA DI ESPORTARLO ALL’ESTERO
«Puntiamo a esportare questo format all’estero come franchising – dice Gallon –. Tutto il sistema è brevettato. Food Tech, un’azienda di Camposampiero che da anni costruisce linee di produzione per la pasta, ci ha seguiti passo passo: ha creduto nel nostro progetto e ci ha aiutato a realizzarlo.
I forni li abbiamo comprati, invece, da Italforni. Siamo una società familiare. La mia vita dopo 51 anni di duro lavoro non è sicuramente fare le 4 del mattino tutti i giorni per i prossimi vent’anni. Voglio avviare questo locale, ci sono i miei figli che hanno partecipato con mia moglie a questa impresa».
Il gusto della pizza di Gpizza?
Non resta che provarla (a pranzo o a cena), anche se si sta ancora tarando la fragranza in base alla clientela.
«Ci siamo avvalsi della consulenza di Simone Calore – fa sapere –, pizzaiolo che insegna nelle scuole di panificazione. All’inizio abbiamo puntato su quella napoletana, soffice con bordo alto, ma al Nord non va molto. Oggi l’abbiamo resa più sottile e croccante. Usiamo anche della fibre all’interno dell’impasto».
Daniele Colombo
fonte: http://bimag.it/imprese/gpizza-padova-pizzeria-pizza-fai-da-te-farcitura-personalizzata_443243/2/
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